Shiver, quel folk italiano che suona rock

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Per il suo Folk Coopera Tour, Davide Van De Sfroos è tornato alle origini del folk scegliendo di lasciarsi affiancare dagli Shiver, giovane band di Lecco composta da Lorenzo Bonfanti (chitarra, percussioni, voce), Stefano Bigoni (piano, lap-steel, tromba, voce), Andrea Verga (banjo, chitarre, mandolino, voce), Stefano Fumagalli (contrabbasso) e Luca Redaelli (violino).

«E’ stata una delle migliori esperienze di sempre, una scuola di vita» commenta Lorenzo. «Per fare da band ad un artista imprevedibile quanto geniale, sul palco bisogna essere vigili per il 110% dello spettacolo. Siamo dovuti crescere molto in pochissimo tempo».

Al seguito del cantore dei lagheé e della gente umile, il gruppo brianzolo dice di essere maturato: «Siamo riusciti a creare un sound nuovo, a parlare di alcune tematiche in modo diverso». Per l’ensemble la prova tangibile di questo cambiamento è Sc, il loro terzo ep. Quattro tracce che aggiornano il suono alle ultime evoluzioni dell’indie-folk d’oltreoceano, con uno sguardo al rock e un altro alla canzone d’autore.

I cinque raccontano storie ad alto gradiente emozionale toccando argomenti come l’ansia o la tossicodipendenza, o ricordandoci (in Medicine per il morale) che “Siamo soli con noi stessi perché tutti abbiamo un iPhone che ci ama”.

E’ nel 2014 che prende il via l’avventura degli Shiver. «La band è nata dall’incontro tra me, Andrea e Stefano Bigoni» racconta Lorenzo. «Ci conoscevamo già per esperienze musicali comuni e abbiamo deciso di intraprendere questo “viaggio” chiamato Shiver poiché ci accomunava l’amore per il folk e il rock».

Sicuramente all’inizio – spiega- fare un tipo di musica vicina alla musica folk americana cantata in italiano è stato un ostacolo perché creava aspettative da cantautorato italiano, che è una delle nostre fonti di ispirazione, ma non è ciò a cui aspiriamo. In sostanza facciamo rock con strumenti acustici e tipici del folk.

Questa non è stata l’unica difficoltà che hanno dovuto e tuttora devono fronteggiare: «Ci sono i problemi legati al mondo discografico odierno, ma per superarli abbiamo la nostra “arma”, ovvero la testardaggine e la perseveranza di voler continuare sulla nostra strada. Non sappiamo dove ci porterà ma vogliamo crescere e migliorare ogni giorno per trasmettere a chi ascolta la nostra passione e voglia di fare musica insieme».

Dopo aver lavorato con Van De Sfroos e, precedentemente, con altri come La banda Bardò, Punkreas, Milky Chance, Daniel Romano, ora gli Shiver sognano nuove collaborazioni: «Magari con gli Old Crow Medicine Show, che sono partiti dal nulla e dopo dieci anni di carriera insieme, rimanendo loro stessi, hanno firmato un contratto con la Columbia Records.

Ma pensiamo anche ai Nergramaro o Jovanotti, perché sanno sempre reinventarsi e “spaccare” in ogni cosa che fanno». Intanto, con l’estate alle porte, la band ha in programma un tour: «Vogliamo “Shiverizzare” più gente possibile. Poi, ci dedicheremo al nuovo album».