“Disabilità, legittima difesa: voglio un governo”

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A Forlì un uomo ha ucciso la figlia gravemente disabile, probabilmente perché non era più in grado di pagare le cure assistenziali.

Francesco Giacchini aveva 73 anni, mentre Elisa ne aveva 46: cerebrolesa dalla nascita a seguito di complicanze durante il parto. Alle 8,30 l’accompagna sotto casa in attesa dell’arrivo del mezzo che la deve condurre nella struttura assistenziale che la segue: la fa entrare nel garage e qui le  spara uccidendola sul colpo.

«Una storia di solitudine che fa male al cuore – dice Giusy Versace – la gente si sente sola e abbandonata dallo Stato; mentre si gioca a fare il Governo, gli italiani perdono la fede e la fiducia». 

Giusy è di una bellezza solare e luminosa, con due occhi che trasmettono una gioia di vivere unita ad una volontà d’acciaio. Nipote di Gianni, entra giovanissima nel mondo della moda, ma per la concorrenza (come racconta lei, n.d.r.), una vita bellissima ricca di meravigliose prospettive fino a quel 22 agosto 2005, quando per un terribile incidente automobilistico perde entrambe le gambe.

«Ho perso le gambe ma non la testa»come dice lei, che conosce bene il mondo della disabilità e tutti gli ostacoli, non solo materiali, che in Italia comporta. 

Giusy è una donna dotata di grande caparbietà, una vera forza della natura, tanto da trasformare la sua tragedia in una missione. Così, dopo la riabilitazione, comincia un’intensa attività di promozione degli sport paralimpici organizzando eventi e manifestazioni su tutto il territorio italiano: è la prima donna in Italia a gareggiare nei 100 metri con un’amputazione bilaterale, argento e bronzo europeo ai campionati di atletica di Grosseto del 2016, vincitrice della decima edizione di Ballando con le Stelle, conduttrice tv, oggi deputata della XVIII legislatura sotto le insegne di Forza Italia: «Intendo continuare a battermi per quelle cause che porto avanti da tempo sulla disabilità, sullo sport, sui giovani e sulle donne. Mi batto per la parità di diritti e per l’integrazione. Tutti temi che il centrodestra ha abbracciato. Nel programma della coalizione ci sono anche due voci dedicate alla disabilità, come l’adeguamento delle pensioni di invalidità e gli incentivi alle aziende per l’assunzione di persone disabili. Oggi l’Italia è paralizzata, o meglio “azzoppata” come un amputato alle gambe che aspetta le sue protesi per iniziare a camminare. La vita è un dono prezioso e bisogna combattere per darle un senso. Mentre Di Maio e il M5s decidono se interloquire o meno con noi di FI, aumenta la disperazione e il senso di abbandono tra la gente. Mi appello al buon senso perché si componga subito un governo e si mettano da parte veti di ogni tipo per consentire a tutti noi di iniziare a lavorare anche su priorità come queste. Io sono pronta e ho scelto di metterci la faccia, soprattutto per dare più dignità e diritti a chi quotidianamente deve fare i conti con le infinite difficoltà che comporta vivere con un handicap»

Abbiamo voluto intervistare Giusy Versace per la nostra rubrica #legittimadifesa perché per l’Unione Nazionale Vittime un tragico fatto come quello accaduto a Forlì rende evidente quanto lo Stato e la Società in cui si vive lasci soli i più deboli e trascuri i bisogni delle fasce più a rischio.

«A questo punto della mia vita sono convinta di avere una sorta di predisposizione involontaria alle sfide, ma ora me ne aspetta una ancora più grande- scrive Giusy Versace nella sua proposta, “avrò l’onore e la grande responsabilità di prestare la mia voce a chi fino ad oggi ha visto in me anche un punto di riferimento. Credo che la politica, se fatta con passione e buon senso, sia una cosa bella. Forse la comunicazione veloce di questi anni non aiuta: la gente, o gran parte di essa, parla per tweet o per sentito dire, sono pochi quelli che hanno davvero voglia di approfondire gli argomenti, farsi delle idee e poi esprimerle. Tutti vogliono essere ascoltati, ma pochi lo fanno! Io ho fatto teatro e tv, mi piace l’arte e scrivere ma, soprattutto, sono un’atleta paralimpica e lo sport, unito alla fede, mi ha reso la persona forte che oggi tutti conoscono. Mi ferisce pensare che nel 2018 l’Italia su quest’aspetto sia ancora tanto indietro. Se è vero che la nostra Costituzione è ispirata a due valori fondamentali, Libertà e Dignità Umana, mi chiedo perché una persona disabile non possa avere la libertà di scegliere se fare sport oppure no. Lo sport è strumento di formazione per la gioventù e va visto anche sotto il profilo educativo. Come si può pensare di crescere culturalmente tagliando fuori le persone più deboli? In Parlamento entrerò in punta di piedi (se pur in carbonio), ma la prima cosa che voglio fare è mettere alla prova il buon senso di ogni deputato. La mia proposta metterà alla prova molti di loro, perché desidero che il nomenclatore tariffario nazionale (una sorta di catalogo cui fanno riferimento le asl, n.d.r.) sia aggiornato in modo adeguato per consentire più diritti a chi vive con una disabilità. La tecnologia fa progressi, ma il nostro Paese resta indietro e se vogliamo lavorare sulla cultura e abbattere le barriere mentali bisogna fare un passo in più. Come in ogni gara ci metto tutta me stessa. Cuore e passione, testa e attenzione, ma soprattutto buona fede».

La rubrica di OFF #legittimadifesa è un’iniziativa in collaborazione con:

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UNAVI Unione Nazionale Vittime
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