Armonia, bellezza, turgore emanano dalle opere di Pina Calì (Casteldaccia, Palermo, 1905 -Palermo, 1949), grande artista siciliana.
Figure, ritratti, paesaggi, fiori, sono testimonianze di una Sicilia calda e silenziosa, accesa e malinconica.
Il linguaggio, personale: volumi, sintesi, colori intensi, bianchi, azzurri, rosati, bruni, tutta la gamma solare. “Il mio maestro è il vero” diceva, “con le sue trasparenze”. Comincia a dipingere a quindici anni, immortalata in una bella foto.
Nessuna accademia, teneva a sottolineate, ma solo la natura, e quel desiderio forte “senza scopo” che veniva dal profondo e non la faceva smettere mai. Prende qualche lezione da Onofrio Tomaselli, ma nel 1926 comincia ad esporre a Palermo, e a Roma nella “Mostra dei giovani pittori siciliani”.
Nel 1930 si misura con Balla, Campigli, de Pisis, Severini, Scipione ed altri celebri artisti nella “I Mostra dell’animale dell’arte” in cui le sue Galline sono forti, plastiche, quasi astratte.
Molte le rassegne dagli anni trenta in poi. Nel 1931, la prima personale a Palermo con 45 tele. Il tema della figura si evolve con opere come Autoritratto, Mariuccia, La ragazza al balcone, Ragazza siciliana, Accanto al focolare. E ancora Donne, due ragazze nude, turgide, fresche, trasgressive. Bambini, ritratti, autoritratti che, col passare del tempo diventano sempre più aspri, solidi, sfiorando la nuova oggettività tedesca, ma mantenendo la magia di artisti come Cagnaccio di San Pietro. Ricche di fascino sono le nature morte con i fiori di pesco, i cactus fioriti, gli alberi con le gemme, e gli oggetti dipinti, vasi e ninnoli esotici. Scoppi di primavera, di bellezza e un’ispirazione giocosa, idilliaca.
Nel 1937 Pina Calì si sposa con lo scultore Silvestre Cuffàro, professore presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo, scomparso nel 1975. Hanno due figli. Purtroppo la morte prematura della pittrice a soli 44 anni interrompe il suo percorso pittorico, finito con un bellissimo Airone morente nel 1949, a pochi giorni dalla morte. Nel 2005 ai due artisti, marito e moglie, viene dedicata una retrospettiva a Villa Cattolica di Bagheria, con un catalogo curato da Paolo Ferruzzi.