Susanna Creperio, candidata per il Consiglio Regionale della Lombardia a sostegno di Attilio Fontana, è giornalista e politologa. Ricercatrice in Università, ha insegnato Storia e Filosofia al liceo. Ha pubblicato articoli su riviste e quotidiani, scritto con Edward Luttwak Che cos’è davvero la democrazia e Il libro delle libertà editi da Mondadori. Ha fondato nel 2002 il Comitato ClubDonnaPolitica per promuovere la partecipazione di più donne alle cariche politiche e ha scritto sull’argomento La parità politica in democrazia e Donne e parlamenti. Uno sguardo internazionale e ha redatto un documento programmatico per la Cultura con alcune idee cardine alle quali un governo di CentroDestra dovrebbe ispirarsi per la determinazione della politica culturale. In modo particolare, lo slogan che Susanna Creperio difende in questa campagna elettorale è all’insegna della cultura e della identità. Ne parliamo con lei.
Quale sarebbe il primo provvedimento all’ordine del giorno che un neo Assessore alla Cultura dovrebbe prendere?
Effettuerei un censimento del patrimonio artistico lombardo suddividendolo per importanza e territorio al fine di valorizzarne e potenziarne conoscenza e fruibilità. A tale fine investirei parte delle risorse che deriverebbero dal maggior gettito della tassa di soggiorno.
Il tuo programma politico ha, straordinariamente, come titolo “Spunti di programma PER UNA NUOVA CULTURA”, in cui affermi che “occorre ripensare e ricordare il “chi eravamo”, ossia risalire alle nostre radici più o meno lontane per ricostruire le fondamenta del “chi siamo oggi” e tornare ad avere una visione del futuro”. Ce ne vuoi parlare?
Credo che oggi occorra rinsaldare i nostri legami sociali disgregati da globalizzazione, crisi economica. conformismo e confuso multiculturalismo mediante un intervento di valorizzazione della memoria. Il nostro patrimonio culturale è la storia delle nostre comunità laboriose e generose insieme al ricordo delle tradizioni locali. Questa memoria va tramandata e ricordata anche oralmente mediante occasioni molteplici di incontro tra anziani e giovani, lombardi di nascita e di adozione, nelle scuole e negli spazi che regione e comuni dovrebbero rendere disponibili. Rinsaldare i legami sociali facendo perno sulle famiglie e la loro memoria è condizione indispensabile per far rinascere il senso civico, il rispetto per i beni comuni ed eliminare la paura della diversità.
Quanto spazio ai privati e quanto alle Istituzioni per la cultura in Lombardia? C’è un esempio concreto cui secondo te ci si dovrebbe ispirare?
Senza dubbio vanno incentivati gli interventi dei privati con agevolazioni fiscali importanti sia per la manutenzione del patrimonio artistico che paesaggistico detassando anche gli interventi sui monumenti di proprietà privata. Un concreto recente esempio riguarda la manutenzione del verde e il restauro dei monumenti dei parchi pubblici di Milano da parte di associazioni e privati cittadini come Agiamo, Amici dei giardini Montanelli.
In Lombardia in ambito culturale, secondo te, c’è sempre chi domina il campo indipendentemente dal “turn over” delle elezioni? E se sì, chi o cosa è? Te lo chiedo perché, ad esempio, in Comune c’è sempre il dinosauro Domenico Piraina, immutabile al mutare (presente col centrodestra, presente con la sinistra, presente col centrosinistra)…
La regione Lombardia con il governo Maroni ha ben lavorato sia per la gestione che per la valorizzazione del patrimonio. Si tratta di dare continuità ma anche snellire la burocrazia che rallenta spesso gli interventi. E soprattutto investire in risorse nuove, giovani e capaci al fine di PRODURRE nuova cultura e rinnovare le istituzioni culturali dando spazio ai nuovi talenti. Bisogna liberare la Cultura da ideologismi del passato, clientelismo e condizionamento politico. La Cultura per crescere deve essere libera, non monopolio di una sola parte.