Dalla Toscana antica la pittura senza tempo di Serena Vignolini

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Serena Vignolini, La Rivoluzione, olio su tela 150 x 100, 2016, Piccola Galleria, Bassano del Grappa
Serena Vignolini, La Rivoluzione, olio su tela 150 x 100, 2016, Piccola Galleria, Bassano del Grappa
Serena Vignolini nel suo studio
Serena Vignolini nel suo studio

Una casa di pietra inserita in una collina verde, dove l’unico rumore è il gorgoglio di un ruscello. Un grande camino scoppiettante, una sala trecentesca, un soffitto del Seicento. E dentro, in questo ambiente magico, fuori dal tempo, presenze scure, silenziose, confortanti. Sono dipinti di grande fascino e bellezza. Opere di una giovane artista, Serena Vignolini.

Il luogo è Vaiano ai margini di Prato, dove è nata Serena. Terra di storia e cultura. Tra quelle pietre sono passati Dante, Galileo, hanno abitato artisti e letterati, ci racconta. E probabilmente anche Leonardo, viene da pensare, che deve avere immortalato la valletta verde in qualche suo dipinto. Qui si sogna. C’è aria di Toscana antica e di arte.

Di un’arte di cui Serena si è nutrita sin da ragazza. Autodidatta. «Avrei potuto frequentare l’Accademia, dice, ma temevo mi togliesse la libertà di creare a modo mio». Infatti Serena, occhi azzurri e lunghi capelli scuri, ha nello sguardo una vitalità creativa che nessuna scuola avrebbe potuto insegnarle. È innamorata della vita, dell’arte, della pittura. Una pittura che si è conquistata palmo a palmo, con fatica, tenacia, provando sin dai sedici anni con colori, pastelli, copiando capolavori, studiandoli.

Un tirocinio personale, come quello dei grandi artisti. «Non si può creare senza radici», ripete. E i nomi amati tornano di continuo, Lotto, Velázquez, Rembrandt. Personaggi del suo mondo pittorico, maestri, studiati a fondo. Una ventina d’anni di apprendistato. Svolte e contro svolte, tra momenti alti e bassi.

Serena Vignolini TUTTA L'ASSORDANTE FRAGILITÀ DEL MONDO, 40x80 cm, Olio su tela, 2015
Serena Vignolini TUTTA L’ASSORDANTE FRAGILITÀ DEL MONDO, 40×80 cm, Olio su tela, 2015

Esordisce con forme iperrealistiche legate alla figura umana («Ma soltanto per decostruirle a modo mio e ripartire dal dentro della figura»). La figura, ma non ritratti. Immagini che emergono dalla tela, da sfondi scuri schizzati a pennellate istintive e disordinate. Forme, volti, corpi, esseri abnormi, che Serena ha costruito sulla tela senza averle prima concepite, curiosa lei stessa di scoprirle. Opere lavorate a lungo, non senza difficoltà. L’ultima, di due mesi fa, ha il volto di una donna anziana, due enormi scarpe al posto del busto: Scarpe, si intitola.  Più lontano, un grande albero scuro ramificato con vari personaggi appollaiati ricorda Bosch. 186 è il titolo di un’altra tela, affascinante, originale, con due figure: 186 sono gli scalini che ho contato nella cava di Mauthausen, spiega svelandocene la complessa simbologia.

Sulla parete di fondo, al di sopra di un tavolo dove si affastellano disegni, spicca una grande tela con diverse figure di età e sesso. Ci guardano silenziose, ma parlano. Il titolo La Torre intreccia il recondito e misterioso significato con ricordi personali.

In un altro quadro ci sono due anziani che non comunicano mentre un bambino li sta dipingendo. Sembra un’antica foto uscita dai cassetti della nonna, eppure è un’immagine nuova: Date alle vacche il vostro tempo si intitola curiosamente.

Serena Vignolini, La Rivoluzione, olio su tela 150 x 100, 2016, Piccola Galleria, Bassano del Grappa
Serena Vignolini, La Rivoluzione, olio su tela 150 x 100, 2016, Piccola Galleria, Bassano del Grappa

Una donna nuda dal corpo abnorme si protende verso l’alto in una teca vitrea per sottolineare “la fragilità, preziosa dell’essere umano “spiega ancora Serena “ciò che appare deforme perché distante dall’estetica comune è la vera ricchezza”.

Così di opera in opera entriamo nel mondo profondo di Serena, che intreccia simbolismo e surrealismo in una personale mistura che rivela alte doti e qualità.