Camillo Langone : “Le nuove leve della pittura sono reazionarie”

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langone (1)È l’autore del best seller Eccellenti pittori, “ritratti” di artisti italiani di oggi “da conoscere, ammirare, collezionare” e raccontati a partire dalle loro biografie. È il titolare dell’omonimo e seguitissimo blog, “il diario della pittura italiana vivente”. E dopo aver girato in lungo e in largo l’Italia alla scoperta dei nuovi talenti della venerabilissima disciplina, ha curato una mostra: i “Novantiani” (inaugurazione al Castello dell’Abate a Castellabate, Salerno, il 22 luglio, fino al 30 settembre), collettiva di nomi nuovi e nati, appunto, negli anni Novanta, più giovani dei cosiddetti “giovani” Ottantiani, “la prova che la pittura, quindicimila anni dopo i bisonti delle grotte di Altamira, è ancora giovane“. Stiamo parlando di Camillo Langone, le cui note biografiche secche e lapidarie ci dicono che “vive a Parma, scrive sui giornali e pubblica libri“.

Caro Camillo, è la prima mostra che curi? E qual è stato il criterio di selezione degli artisti?

Faccio talmente tante cose che non ne tengo il conto e poi sono afflitto da una forma molto grave di sprezzatura, o, se preferisci, snobismo. Quindi non lo so nemmeno io quante mostre ho seguito, anche se non posso non ricordare il Padiglione Emilia-Romagna della Biennale 2011, articolazione del Padiglione Italia capeggiato da Vittorio Sgarbi. Da lì, se non ricordo male, è partito tutto.

E qual è stato il criterio di selezione degli artisti?

Ovviamente il criterio principale è stato quello anagrafico: pittori nati a partire dal primo gennaio 1990… Poi ho cercato di rappresentare tutti i filoni (la figura, l’astrazione, il muralismo) e all’interno di questi ho usato i medesimi criteri che uso per Eccellenti Pittori. Il primo è senza dubbio la riconoscibilità, uno stile il più possibile peculiare.

Hai detto che queste nuove leve della pittura sono reazionarie? In che senso?

“Reazionario” è un aggettivo che mi piace quindi tendo a estenderne l’accezione. Nel testo del catalogoAlessandro Sicioldr, La Sibilla. Olio su tavola, 30x40 cm, 2016 l’ho usato notando alcune preferenze culturali apparentemente poco contemporanee da parte di artisti che anagraficamente sono i più contemporanei di tutti. Ad esempio: quando ho chiesto ai Novantiani quale fosse la musica che avrebbero voluto abbinare ai loro quadri io mi aspettavo l’elettronica, il noise, il doom metal, il rap, e invece mi sono stati citati brani ottocenteschi di Satie. 

Secondo te perché le pittrici sono sempre state meno numerose dei pittori? Dicci un nome di una rappresentante vivente e giovane di questa specie protetta

Ho una fama usurpata di persona polemica, al contrario amo talmente tanto il quieto vivere da non voler rispondere alla domanda. E perché dovrei dirti un nome solo? Fra i Novantiani le donne sono tre. E ci sono parecchie eccellenti pittrici nate negli anni Ottanta che vecchie non sono di sicuro. Sono complessivamente meno dei pittori maschi ma non sono mediamente inferiori a loro, altrimenti non avrei pensato a Ester Grossi per la copertina di un mio libro Marsilio e a Marta Sesana per le illustrazioni di una prossima plaquette Pulcinoelefante.

Oltre che un conoscitore di arti visive, sei un ferratissimo sommelier: un’immane opera pittorica eguaglierà mai in emozioni e pensieri la diva bottiglia?

“Sommelier” è una parola che non mi riguarda, così come non mi riguardano le parole “dottore” e “professore”. Il titolo degrada, scrive Flaubert a Maupassant, e io per evitare questo rischio non ho seguito né corsi di laurea né corsi di degustazione. Detto questo, credo di conoscere la bottiglia quasi quanto la pittura, ma della prima privilegio il lato dionisiaco, mentre della seconda quello apollineo: dunque sono per me grandezze non paragonabili. 

Arte e politica: una noia mortale, un’impresa paracula o guai se non ci fosse anche l’arte riflessiva?

Io sarei per l’art pour l’art e però i valori estetici non sembrano interessare a nessuno. Scrivo sui giornali, sono sui social, so perfettamente che un’opera, per circolare, deve offrire un appiglio mediatico che è quasi sempre di tipo socio-politico. E io detesto la politica, vorrei non trovarmela sempre davanti. Per questo non posso soffrire il muralismo moralista, genere Banksy e Blu, che ha sempre il pedagogico ditino alzato per spiegarti come ti devi comportare e cosa devi pensare.

Alberonero, 2701. Acrilico su tela, 100x100 cm, 2017Alla penultima Biennale di Venezia hanno fatto il reading del Capitale di Marx, quest’anno hanno celebrato il lavoro (dell’artista), mentre i gioielli dell’arte istituzionale italiana sono la sciccosissima e snob Artissima, il MiArt house organ dei soliti noti e l’inutile Artefiera: di tutto questo bailamme cosa butteresti giù dalla torre?

Mi hai citato cinque appuntamenti a cui non mi sono presentato: dunque dalla torre li ho buttati tutti, senza discriminazioni.

Caro Camillo, raccontaci un episodio OFF della tua vita

Le cose veramente off sono i peccati, che non si devono dire se non al confessore, e i reati, di cui ci si può vantare solo quando sono caduti in prescrizione. Tutto il resto sono pettegolezzi per i quali non ho memoria alcuna.