La terribile verità dietro ad uno stupro

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Un manuale shock senza se e senza ma: ecco il volume della criminologa Monica Capizzano “Droghe da stupro e nuove sostanze psicoattive. Quando il risveglio ha un retrogusto amarop326_1_001” (Falco Editore), in cui sono scolpite verità inquietanti. Il mercato illecito delle sostanze stupefacenti e la comparsa di nuove sostanze psicoattive (Nsp) di origine sintetica – infatti – hanno prepotentemente ri-cominciato a manipolare corpi ed anime, per via di molecole trasformate in droghe per finalità voluttuarie.

Un libro efficace che raccoglie dati inediti come quello orrendo che vede l’abuso delle vittime sovente perpetrato da un familiare, un amico, un partner, un coniuge, il tutto lasciando effetti devastanti, sia da un punto di vista fisico, sia da un punto di vista emotivo, nonostante l’oblio dell’inferno che però resta, uccidendo lentamente, senza fare rumore. Inizialmente individuate e studiate negli anni ’70 negli Stati Uniti d’America, le droghe da stupro sono definite anche DFSA: Drugs Facilitated Sexual Assault (droghe che facilitano l’assalto sessuale). La definizione chiarisce senza possibilità di fraintendimenti quale sia l’azione di queste sostanze: facilitare l’assalto sessuale, in altre parole, lo stupro, mantenendo la vittima in uno stato di coscienza inconsapevole. Si parla di acido gamma idrossibutirrato (GHB) una sostanza che interviene sul sistema nervoso centrale deprimendolo. Droga che per agire impiega dagli otto ai trenta minuti: in compresse, capsule, polvere e anche sotto forma liquida.

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Una vittima non potrà mai o quasi mai conoscere il volto del suo stupratore. Inquietante quanto reale è anche il fatto che la vera pericolosità sta nel periodo di depressione che succede alla violenza, una depressione così forte che può portare, come è accaduto in alcuni casi, al tentativo di suicidio. Le sostanze risultano inodore, insapore e incolore e non riguardano solo la sessualità. Le droghe da stupro vengono utilizzate anche per rubare o per far firmare contratti a causa della perdita di lucidità dalle sei alle otto ore, al termine delle quali non si ricorda più nulla. Una piaga talmente infida e pericolosamente invisibile che il parlarne e diffonderne la conoscenza diventa un dovere e Monica Capizzano lo sa. Nonostante i primi studi siano stati effettuati negli anni ’70, solo dal 2009 in Italia si comincerà a parlare di droghe da stupro, con dei risultati agghiaccianti da parte del DPA (Dipartimento Politiche Antidroga) le cui ricerche hanno individuato la circolazione di 500 nuove sostanze psicoattive.

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L’antologia della Capizzano si rivolge a chiunque: operatori del settore, avvocati, medici, sociologi, ragazzi, uomini e donne, per conoscere le vittime, riconoscerle ed aiutarle. Un’opera in cui sono state magistralmente traslitterate informazioni scientifiche per cercare di prevenire e fornire una presa di coscienza individuale e collettiva.