Mumble, mumble. Un Salce pensieroso, ironico e autobiografico

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Emanuele-Salce-Mumble-MumbleDopo oltre duecento repliche e sei anni di applausi torna in scena, nel piccolo teatro di Testaccio, la Cometa Off, fino al 26 febbraio, Mumble-Mumble. Confessioni di un orfano d’arte di Emanuele Salce e Andrea Pergolari, interpretato da un sorprendente Emanuele Salce, coadiuvato sulla scena da una degna spalla, Paolo Giommarelli, ora complice, ora provocatore.

Un titolo buffo quello che Salce ha assegnato al suo spettacolo in cui racconta, in modo ironico, dissacrante, intimo e coraggioso – quasi si trattasse di una seduta di psicanalisi – la sua autobiografia.

Ma partiamo da una premessa: Emanuele Salce è un figlio d’arte… di due padri. Da una parte il papà Luciano, raffinato attore comico, dall’altra un non meno impegnativo “patrigno”, Vittorio Gassman, sposato in seconde nozze da sua madre. Emanuele racconta così la sua prima giovinezza in cui si sentiva imbrigliato da due padri troppo ingombranti che non gli consentivano di spiccare il volo.

Il racconto si snoda quindi attraverso la narrazione di tre episodi della vita del protagonista (i due funerali e mezzo evocati nel sottotitolo). Si parte con la morte del padre Luciano, comunicatagli telefonicamente di prima mattina dopo una notte di eccessi. La madre era partita per Cuba con Gassman e lui, poco più che ventenne, si trovò a dover sbrigare da solo la faccenda, tra parenti semi-sconosciuti, il volgare addetto delle onoranze funebri e una ragazza che non gli si concedeva.

Ph. flaminioboni.it
Ph. flaminioboni.it

Il secondo funerale è quello del “secondo padre”, Vittorio Gassman, la cui scomparsa lo colse anni dopo, a trent’anni suonati e con una lucidità e consapevolezza maggiori. Un episodio più “ricco”, tra autorità politiche e mondo dello spettacolo, che va a culminare nella finale dei Mondiali di calcio del 2000 Italia-Olanda e conseguenti cori da stadio.

Il pezzo forte arriva però sul finale, l’incontro con il suo grande amore nell’ambito di una vacanza in Australia con il fratello minore. L’incontro con la donna si sviluppa e si avviluppa in un museo di Sydney nella drammaticità degli effetti collaterali di una confezione di guttalax presa per intero la sera prima, volta a sbloccare una stipsi protrattasi per oltre 10 giorni. Ed è una valanga coprofila, il suo racconto della ricerca disperata di una toilette, in cui accadrà veramente di tutto, riducendo il nostro eroe ad una nauseante caricatura marrone.

Che dire di Emanuele? Sorprendente, esilarante. Straordinariamente bravo, nella sua irresistibile, accanitamente seriosa comicità, con la voce impostata come il compianto Vittorio.