Ogni epoca segna il distacco da una visione tumorale, da un pericolo ideale, brutalizzando la carta tra le fiamme del fuoco o in quelle dell’ignoranza. Una perversione apotropaica o standard a seconda del grado culturale di un sistema. Ci sarebbero libri da bruciare, in ogni epoca. Alcuni per la loro misera inconsistenza, scomodi persino per pulirsi il sedere, altri invece, secondo qualcuno, perché alla ricerca di una missione troppo sincera; ardimentosi, tanto da osare affacciarsi dietro l’angolo a vedere se c’è un’altra storia da raccontare. Oltre pensiero, oltre modo, oltraggio all’abitudine. Parlare di Genius Loci, ad esempio, da parte di un romantico militante del nostro tempo, che scorre tra lo Spirito della terra madre, la pittura e la poesia, come Gian Ruggero Manzoni, certezza della qualità
letteraria di questo Paese, è una meravigliosa sfida. Un Paese perso tra la massificazione e Saviano, la liquidità di Bauman e la statistica che inchioda gli italiani alla lettura di meno di un libro l’anno.
Servono, allora, “pagine incendiarie per irriducibili del pensiero individuale”. Nell’epoca della pornografia estetica – in cui si scioglie la Bellezza -, c’è qualcuno che ha ancora qualcosa da dire. Non solo da mostrare. Sono loro, scrittori, artisti con le idee chiare, che la casa editrice I libri da bruciare sta cercando per compiere una missione coraggiosa: “Oggi si chiede ad un artista il concetto dietro alla sua estetica, ma non ci si cura più di tanto di ciò che ha da dire davvero. Il problema non è il mercato, ma soprattutto gli artisti stessi che, troppo spesso, non hanno nessuna risposta a quella domanda: ‘Cos’hai da dire?’” Un “progetto suicida” che nasce da un’associazione di otto amici ed artisti emiliani. Libero, romantico, piccolo e già grande.