Il dramma delle Foibe attraverso il dolore di un bimbo

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Mauro Tonino
Mauro Tonino

“Papà cosa sono le Foibe?”– sarà la domanda che tra qualche anno mi rivolgerà la mia bambina. Ed io, che le ho sempre tramandato i valori dell’Italianità, come posso dirle che tanti nostri fratelli pochi anni fa sono morti trucidati in modo barbaro dai loro stessi connazionali per aiutare lo straniero e che gli assassini hanno fatto “carriera”, mentre ai morti non è stata concessa nemmeno degna sepoltura? Come posso spiegarle che un Presidente italiano baciò la bara di chi comandò per anni l’esecuzione della nostra gente? Come posso spiegare a mia figlia che i nostri connazionali preferirono gettare il latte destinato ai bambini istriani sui binari della stazione di Bologna e non far scendere dal treno i propri connazionali che scappavano dall’inferno della foiba partigiana? Come dirò a mia figlia che quelle città che da sempre si chiamavano Fiume, Pirano, Pola, Perasto, Zara, Santa Lucia d’Isonzo, Tolmino, Caporetto, Vipacco, Zolla, Orsera, Parenzo, Rovigno, Albona, Antignana, Barbana, Capodistria, Cittanova, Grisignana, Isola, Umago, ora hanno un nome slavo, sottomesse allo straniero per mano dei nostri stessi connazionali?

Come raccontarle che nessuno ha mai pagato per questo genocidio e che non solo negli Stati “vincitori” (Slovenia e Croazia), ma soprattutto nel Paese delle vittime – il nostro – tutto è ancora nascosto e nessuno ha mai reclamato azioni giudiziarie volte a far luce su quelle atrocità?

E la prova di ciò è il fatto che ben due Magistrati della Repubblica Italiana, ora rispettivamente Presidente della Camera e Presidente del Senato, hanno disertato con nonchalance il Giorno del Ricordo per onorare le vittime di quel genocidio.

Foiba. Morte. Muta.

E perciò quest’anno il 10 Febbraio, il Giorno del ricordo di tutti gli esuli ed infoibati italiani, sarà ancora più muto, nascosto e re-infoibato.

Non so come farò a spiegarle tutto questo, ma ho già pensato di regalarle – appena sarà grandicella- il libro dello scrittore friulano Mauro Tonino, intitolato “Rossa Terra” (L’orto della cultura, pp.230, Euro 15).

Attraverso i ricordi di giovinezza di un nonno esule, Marino, che cerca di spiegare a suo nipote da dove viene la sua famiglia, attraverso un viaggio in barca a vela sulla costa istriana, Tonino in modo semplice e lineare ci descrive le atrocità che i nostri fratelli istriani dalmati e giuliani hanno sempre dovuto ingoiare nel completoinvito-locandina.pdf-Adobe-Acrobat-Pro silenzio delle Istituzioni nostrane.

L’anziano esule Marino ricorda di quando il padre, guardia confinaria, mandato in licenza presso la casa di un amico fraterno ivi vi scopre una partigiana: da buon Italiano, le sequestra le armi e la manda semplicemente via. Comportamento tipico del buon cuore italiano a dispetto di quanto quotidianamente accadeva in quelle terre.

Dopo la disfatta totale, Marino vede suo padre arrestato dai partigiani e lo segue, il padre lo rassicura e lo convince a tornare a casa; scoprirà in seguito che suo padre era stato condotto nel carcere di Pisino e successivamente infoibato. La madre del protagonista, scoperto l’arresto del marito e lanciatasi alla sua ricerca, seguirà la stessa sorte.

Uno storia di angherie perpetuate da italiani nei confronti degli italiani, come quando a 10 anni Marino, mentre recuperava, in quanto chierichetto, l’elemosina dai vari paesi, viene bloccato e derubato dei soldi delle elemosine dai partigiani; angherie e violenza esistenziali continue, fino al cambio di cognome: da ‘Cattunar’ allo slavizzato ‘Kattonar’.

La tragedia attraverso gli occhi e i ricordi di un bambino, divenuto vecchio, nel silenzio omertoso della sua Nazione

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Riccardo Prisciano
Autore del libro “Nazislamismo” (Ed. Solfanelli), la cui presentazione è stata curata da Magdi C. Allam. Ho prestato servizio come Volontario nell’Esercito Italiano in gloriose Brigate quali la Brigata Alpina “Julia” e la Brigata Paracadutisti “Folgore”, per poi transitare nell’Arma dei Carabinieri ove ho raggiunto il grado di Maresciallo. L’amore per la politica sboccia sin da giovanissimo: a 15 anni venivo eletto quale Presidente del Circolo “Sergio Ramelli” di Azione Giovani di Avetrana (TA), la mia città d’origine.cOggi, sono Consigliere Comunale e Capogruppo Consigliare per “Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale” a Tarcento (UD).Fermo sostenitore dello IUS SANGUINIS, quale elemento necessario di coesione sociale e culturale, sono stato il primo politico del Friuli Venezia Giulia a raccogliere firme per poter presentare una petizione contro la proposta di legge per la cittadinanza italiana agli immigrati denominata “IUS SOLI TEMPERATO – IUS CULTURAE”.