Milanese, classe 1967, Leonardo Manera è l’ideatore di “Platone, la cavena dell’informazione” (di cui abbiamo parlato qui), lo spettacolo di cabaret che è andato in scena il 5 febbraio e replicherà il 26 marzo, dalle 20.45 insieme ad Alessandro Milan, giornalista di Radio 24: i due avranno un modo del tutto personale di raccontar le notizie quotidiane, prendendo spunto dalla realtà e rielaborandola in modo anche fantasioso. Parteciperanno ospiti come Andrea Scanzi, Oscar Giannino, Giuseppe Cruciani e altri.
Hai fatto due anni di giurisprudenza, poi cos’è successo?
In realtà ho seguito una passione, un impulso che avevo già da quando avevo 17 anni, ovvero quella di recitare. Dopo la scuola di teatro ho iniziato subito col cabaret.
Hai studiato la recitazione, tra la scuola di mimo da Quelli di Grock, vari seminari e approfondimenti, e ti sei iscritto anche all’Università a Brescia in Scienze e Tecniche delle Arti e dello Spettacolo. Qual è la caratteristica imprescindibile per un attore oltre alla formazione teorica?
Saper vedere cosa ti succede intorno, leggere i quotidiani sempre e prendere dal mondo stesso le ispirazioni.
E, dato che ti ispiri alle vicende politiche e sociali quotidiane, qual è il trucco per renderle divertenti?
Io ho iniziato col cabaret subito dopo la scuola di teatro. Mi sono davvero reso conto nel tempo che partire dai fatti veri, dalle cose reali, è un ottimo modo per comunicar con le persone, per arrivar subito a loro.
In effetti tutti i tuoi personaggi dal ventriloquo Vasco, al fantasista Anastasio, Pite, fluoro, il cinema polacco, Battista da Cavaion Veronese, il dottor Mazza, si ispirano alla realtà, o almeno ad una realtà aumentata. Progetti futuri?
Vorrei mettere a punto una forma di comicità che stia tra la tv e il teatro. E ho un nuovo personaggio, un ragazzo aggerssivo, arrogante, come quelli che spesso si vedono oggi.