Gli italiani? Indipendenti finché non si annusa il potere

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giovinezzatradita«Col pugnale e con le bombe, / ne la vita del terrore, / quando l’obice rimbomba / non ci trema in petto il cuore»; «Del pugnal al fiero lampo / della bomba al gran fragore, / tutti avanti, tutti al campo: / qui si vince oppur si muore! // Sono giovine e son forte, / non mi trema in petto il cuore: / sorridendo vò alla morte / pria d’andare al disonor». Queste sono alcune delle strofe di Giovinezza, l’inno degli Arditi poi fatto proprio dal fascismo. In esso è espressa perfettamente l’esaltazione della gioventù e dei suoi ideali propria tanto degli Arditi quanto dei fascisti.

E se quella giovinezza tanto celebrata, quella giovinezza che esige la morte piuttosto che «andare al disonor», venisse “tradita” in nome del potere, del profitto, della conformità? E’ quanto narra Alessandro Russo, giovane giornalista e ricercatore storico, nel suo romanzo storico Giovinezza tradita (Herald Editore, pagg. 168, euro 15).

Il romanzo di Russo è la storia (vera: l’autore ha confidato di averla appresa dalla viva voce del nonno) di Adelchi Baratti, giornalista nel ravennate, ex legionario di Mussolini durante la guerra d’Africa, intellettuale mazziniano che nutre, nei confronti del fascismo, una critica eversiva: Adelchi vorrebbe un partito di pochi, in mano a una élite intellettuale, è critico, ma capisce che nel fascismo è il futuro dell’Italia. Siamo a cavallo tra il 1922 e il 1923, proprio all’indomani della Marcia su Roma, proprio quando le camicie nere tastano, ormai, il successo in pugno.

Cosa avviene, a questo punto, nella biografia di Baratti, così apparentemente promettente? Baratti inizia a entrare nel sistema e, lì, si ferma: anche lui, come gli altri, inizia a drenare profitto e diventa ciò che non ha mai voluto tradendo, così, la propria “giovinezza”. Baratti diventa arrivista e profittatore che abbandona gli ideali per inseguire il potere e il prestigio, diventa l’opposto di chi è morto per la Patria, di chi ha fatto il fascismo e ha poi cercato di salvarlo.

Un libro, in fondo, che in Adelchi Baratti finisce facilmente per far convogliare il modus vivendi degli italiani: liberi finché non si presenta l’occasione per non esserlo più, indipendenti finché non si annusano da vicino i gangli del “Sistema”.