Shakespeare e Eduardo naufragano in Sardegna

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lastoffadeisogni4Il teatro come metafora di vita, in cui ogni emozione trova la propria rappresentazione, ogni sentimento il suo ruolo: questo il mondo che viene raccontato con estrema poesia e leggerezza tutta italiana ne La stoffa dei sogni (al cinema dal 1 dicembre), omaggio cinematografico che il regista Gianfranco Cabiddu ha voluto dedicare a due grandi maestri del teatro, quali Eduardo De Filippo e William Shakespeare.

Ispiratosi a L’Arte della Commedia di De Filippo, e alimentato dall’idea di voler utilizzare quella traduzione in napoletano de La Tempesta di Shakespeare (opera dello stesso Eduardo, con cui lavorò il regista sardo), Cabiddu ha dato vita a un’opera del tutto originale che mescola sentimento e tradizione. Il risultato è una commedia che narra le vicissitudini di una modesta compagnia di teatranti, capeggiata da un esilarante capocomico (interpretato da Sergio Rubini), che una volta naufragata sull’isola dell’Asinara si ritrova a dover coprire alcuni pericolosi camorristi. Questi, decisi ad evitare la reclusione, decideranno di confondersi fra gli attori. Sarà poi il direttore del carcere, interpretato da un eccellente Ennio Fantastichini, che, attraverso la richiesta della messa in scena della celebre commediad_opt-1 shakespeariana, cercherà di smascherarli. Una serie di colpi di scena regalano così allo spettatore divertimento, dramma ed emozione. Attraverso le due commedie, il regista sardo racconta con maestria una storia intima e personale di sentimenti contrastanti: dall’abbandono all’amore, dall’isolamento alla ricerca del proprio io. E a dare maggiore enfasi ad ogni stato d’animo, la forza della lingua napoletana con il suo valore tradizionalmente teatrale, e quella della natura circostante con la sua spettacolare verginità; è infatti la Sardegna, isola brulla e difficile, così simile a quella di Calibano, a divenire essa stessa personaggio, nonché  simbolo della prigione individuale di ogni uomo. “La natura e l’ambientazione influiscono sulle storie che si raccontano e sulle persone. Il film è un inno alla mia terra capace di accogliere e anche di svelare” racconta Cabiddu ad OFF.

la-stoffa-dei-sogni-sergio-rubini-ennio-fantastichiniAl centro di tutto rimane il teatro e, in generale, l’arte e la sua esigenza in qualsiasi società. “Viviamo in tempi in cui sembra si possa fare a meno dell’arte, sembra che ci siano altre cose più importanti come avere successo e fare soldi, però l’arricchimento dell’anima è una cosa che va coltivata e che non si può comprare, va condivisa e mi sembra necessaria più che mai in un momento in cui il nostro paese è enormemente sbandato. Ragionare sulle cose, avere cultura aiuta le persone a migliorare” afferma il regista sardo.

Una necessità, quella artistica che, nel mare perennemente in tempesta della vita, risulta essere sempre un’ancora salvifica. Quella non solo per ritrovare e comprendere se stessi, ma soprattutto per comprendere il mondo.