Incanto e malinconia delle Sorelle Materassi

0

TEATRO_FOTOFu profetico senza saperlo Aldo Palazzeschi quando nel 1934 diede alle stampe il suo capolavoro ovvero quel delizioso romanzo dedicato a Teresa e Carolina.  Le instancabili cucitrici della bella toscana che, inconsapevoli api operaie del regime, ne consacrano i fasti divenendo artiste delle passamanerie e dei corredi. Proprio nel momento in cui, undici anni dopo, l’aitante nipotino Remo scialacquatore di professione ridotte in miseria le abbandona per correre tra le braccia di una milionaria made in USA lasciando l’Italia. Oggi questa patetica storiella di fiducia tradita che relega le povere zitelle nella più aspra solitudine è finalmente ritornata in teatro.

Nel taglio esemplare dell’adattamento di Ugo Chiti, il regista Geppy Gleijeses con un pudore e una maestria di straordinaria sensibilità ne ha ricavato uno spettacolo esemplare. Dove per merito delle due interpreti, la dolente Milena Vukotic superbamente contrastata dall’estro pirotecnico di Lucia Poli conferma la sua squisita sensibilità. Mentre l’atletico mascalzone incarnato con sapiente irrisione da Gabriele Anagni fa loro piacevolmente il verso. Così lo spettacolo compone un ritratto di un Paese appena conquistato dai motori ma già sedotto dall’avventura d’oltremare. In un contesto patetico e sorridente in cui si distingue l’acido carattere della terza sorella Giselda di cui la spavalda Marilù Prati fa una piccola memorabile creazione. Mentre Sandra Garuglieri disegna in caratteri dolciastri una Niobe che invano veglia sul focolare domestico. Lo spettacolo si segnala per la grazia elegante del prodotto. Che si promuove a specchio di un atroce sgarbo maschilista di cui fanno le spese le due protagoniste che ci piacerebbe veder premiate dalle istituzioni e non solo dal commosso plauso del pubblico.