Nell’epoca in cui il jihad mette in discussione le nostre certezze, l’Italia riscopre la sua vocazione turistica e culturale. Passate le stagioni degli sprechi immorali, assistiamo oggi a un nuovo rinascimento italiano, a conferma che anche nei momenti di crisi – come direbbe Berlusconi – possono nascere opportunità. Le spiagge e le località turistiche italiane, considerate più sicure di altre sponde del Mediterraneo, registrano un’impennata di prenotazioni e lungo la Penisola pullulano eventi culturali: intelligenze locali, nazionali e internazionali, un po’ di sana intraprendenza e buon gusto danno vita a iniziative di qualità.
Questo modo molto italiano di fare cultura riempie le piazze di persone interessate a capire, approfondire, ascoltare, confrontarsi. Alcuni esempi? Le giornate del Cinema in Basilicata a Maratea, il Festival Grock a Imperia, Ponza d’Autore, Il Libro Possibile di Polignano a Mare, La Versiliana a Marina di Pietrasanta. La stagione post-ideologica che viviamo ci regala manifestazioni sempre meno contraddistinte da marchi ideologici insopportabili ai più. A sopravvivere è il professionismo dell’antimafia stigmatizzato da Leonardo Sciascia, oggi interpretato, tra gli altri, da Saviano. Ma libertà e cultura cancelleranno anche i padrini.