L’igiene dell’anima secondo Plutarco

0
9788870188462
Plutarco, Consigli per mantenersi in buona salute, Il Melangolo, 2015

Lo si tramanda di carattere mite, ma di fronte a questo titolo avrebbe sussultato. A Plutarco non sarebbe piaciuto Consigli per mantenersi in buona salute (a cura di F. Chiossone, Il Melangolo, pp. 88,  8 euro): è un po’ troppo al passo coi tempi (i nostri) e poco indicato ai suoi. Passato alla storia per aver scritto Le Vite parallele, questo greco di Cheronea visse nella Roma imperiale del I secolo e conobbe l’imperatore Vespasiano. Filosofo medio-platonico, biografo e scrittore, fu cittadino romano e ricoprì incarichi amministrativi. Sul finire della vita divenne sacerdote al Santuario di Delfi. Il che non è secondario. Tra i cardini del sapere delfico c’erano due motti: il celebre “conosci te stesso” e “nulla di troppo”, saggio appello alla moderazione in ogni settore della vita. Compresa la buona salute, il primo passo verso la legittima aspirazione alla felicità di ogni essere umano.

Il testo fa parte dei Moralia, gruppo di trattati eterogeni che spaziano dall’arte alla religione alla letteratura. Par di riconoscerlo nel De tuenda sanitate praecepta, in genere tradotto con Precetti igienici. Per il corpo e per lo spirito aggiungiamo, poiché qui la filosofia non manca. Innanzitutto nella forma – il dialogo platonico – e poi la citazione del Timeo, in cui Platone raccomandava “di non muovere mai il corpo senza l’anima, né l’anima senza il corpo, ma di mantenerli sempre in equilibrio come una pariglia di cavalli”, scrive Plutarco. Echeggia Giovenale: “Mens sana in corpore sano”, tuttavia molti precetti sono indirizzati agli uomini di cultura. Nel capitolo Passatempi per gli studiosi si raccomandano letture leggere dopo pranzo e magari una passeggiata. Altrove il leggere e parlare ad alta voce: allena il respiro mantenendolo regolare, ottimo per la salute degli organi interni. Quest’ultimo è un retaggio del paganesimo tutto, basti pensare che lo yoga classico si basa sulla respirazione profonda. Ma questa è tutta un’altra storia. Fermiamoci a Plutarco, cogitante al tempo in cui il pensare veleggiava tra l’alto e il basso con leggerezza, perché la filosofia viveva nelle norme di vita e non solo nelle aule universitarie.