Perché l’Islam massacra la satira

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Una copertina del Charlie Hebdo

Non è un caso che al centro delle traiettorie delle pallottole sia finita la redazione di un giornale satirico. Charlie Hebdo non ha mai risparmiato nessuno: non solo gli islamici, ma anche i cattolici, gli ebrei, gli omosessuali, i portatori di handicap. Quando si parla di satira davvero libera l’Hebdo resta un modello per tutti (tutt’altra cosa dalla satira italiana, spesso tanto politicamente corretta quanto pronta ad autoassegnarsi patenti di coraggiosa dissidenza ad ogni critica, inciampo, risoluzione di contratto). Figlio della tradizione illuminista (vero), ma anche, per li rami, rabeleisiana, quindi cattolico-carnevalesca, già oggetto di minacce da parte dei fondamentalisti musulmani, l’Hebdo, con la vicenda atroce di oggi, 7 gennaio 2015, manifesta, al livello più alto di esposizione tragica, una incompatibilità culturale.

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L’idea dell’umorismo, del paradosso, di prendere le distanze in maniera anche “eversiva” da quanto c’è di più sacro, perfino la divinità, è un elemento è diventato prevalente (anche troppo) grazie al paradigma liberale e scettico, ma è entrato nel codice genetico occidentale grazie al Cristianesimo. Quest’ultimo nasce proprio dal paradosso di un figlio di Dio che finisce giustiziato come un criminale, da un primo Apostolo che lo rinnega con movenze schiettamente comiche. Da una tradizione che nei secoli ha modulato questa paradossalità teologica, ontologica, stilistica, secondo paradigmi sempre più raffinati e pervasivi (è la teoria che un grande filologo come Erich Auerbach, ha espresso, illustrato, documentato nel capolavoro Mimesis). Il Cristianesimo, e in particolare il Cattolicesimo, impregnato di politesimo antico, ha interpretato, vissuto, declinato, assunto, la contraddittorietà del rapporto tra divino e umano. L’islam (come altre religioni) semplicemente no. Certo che anche gli islamici scherzano, ridono e raccontano barzellette, ci mancherebbe. Ma quando si va a toccare il divino l’ironia non può avere corso, perché il rapporto con la divinità è vissuto come sacralità rammemorante, adesione totale, identificazione completa.

Ancora di più in una situazione come l’attuale. Il fondamentalismo assassino che vediamo all’opera tanto in Siria quanto in Europa, è figlio di un revanchismo tutto moderno, radicalizzato, identitario, quindi inautentico. Dopato. Estremizza gli aspetti ritenuti più autentici di una tradizione, di fatto “inventando” una purezza e usandola come arma ideologico militare. Ma alla base c’è un dato antropologico. Il Cristianesimo ride di se stesso, l’Islam non ha mai imparato a farlo.

3 Commenti

  1. Perché l’Islam massacra la satira? Perché dalla satira non sanno difendersi, perché la satira ha mille suoni e mille strumenti, mentre loro un solo tasto ed è pure stonato.

  2. Sa qual`e’ la risposta al fatto che l`islam non sa ridere di se stesso? Un detto antico, che tutti conosciamo, recita: “La verita’ fa male”! Se hai un dolore terribile come fai a ridere? Anzi ti da un fastidio insopportabile se gli altri, in liberta’ , lo fanno.

  3. L´articolo riflette la realta´attuale di uma parte di umanita´plagiata da una religione che si dichaire bonista , se la segui ma diventa tirania se non láccetti, Ogni religione e´buona per fini personali , in quanto non e´stao la religioone a creare lúomo , ma l´umo a creare le varie sete religiose e facnedone schiavi ogni persona che ne´credeva l´esistenza, essere atei per chi há um cervello libero ed autônomo , e´normale, in quanto rispettando le leggi di Madre Natura si capirebbe perche´ le religioni sono solo, menzogna e violenza, che si alimenta del sangue di chi liberamente non condivide, l´essere liberi , e di RISPETTARE il prossimo per essere RISPETTATI, non facendo al prossimo cio´che non vorremmo che fosse fato a noi, indipendentemente dalla língua, colore della pelle, stato sociale , la dignita´di uno spazzino, che fa con dovere il suo lavoro e´ pari al chirurgo che opera per salvare uma vita, od ad un artigiano o un artista. resto dll´idea che un islâmico buono e´solo un islâmico morto. vita mea , morte tua, quando si vuole imporre la propia volonta´su altri.

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