Un “On the road” all’italiana

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Di solito non fanno notizia. Forse perché non si sballano ai rave parties e non manifestano per le cause perse. Vogliono un mondo sano e perseguono obiettivi concreti. Nel complesso sono un po’ fuori moda. Insomma: ci sono ancora i giovani come li facevano una volta. Hanno i piedi per terra e la testa piena di sogni realizzabili. E non si vada per il sottile con l’età – lo scrittore in questione è nato nel 1987: in un mondo di diversamente giovani, un uomo di ventotto anni può a buon diritto essere considerato un ragazzo.

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Emanuele Ricucci, Diario del ritorno, Eclettica, 2014

La penna è quella di Emanuele Ricucci. Giornalista in varie testate, autore e conduttore radiofonico, curatore del sito ufficiale di Marcello Veneziani, ha uno stile di scrittura piano, lo si potrebbe definire classico. Il libro, Diario del ritorno (Eclettica Edizioni, pp. 92, Euro 10), è un romanzo breve introdotto da una copertina su cui campeggia una Fiat Cinquecento, il simbolo del boom economico degli anni Sessanta. Del resto, la storia è semplice e ha il sapore di quella bella stagione: due innamorati partono su una Cinquecento alla ricerca di sé stessi, o magari soltanto per stare bene insieme e immaginare un futuro felice. Il domani è a un passo da casa, sotto il magnifico sole italiano. Sembra quasi una risposta ottimista e intimista agli on the road deliranti cui ci hanno abituati un certo cinema e una certa letteratura. Un libro in cui il passato e il futuro coincidono. Il titolo allude infatti a un ritorno; alle radici, alle tradizioni. Alla solarità di un’epoca che in fondo non ci vorrebbe poi tanto a fare di nuovo nostra.