Liberiamo la Cultura!

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L’Italia, prima nazione al mondo per varietà e ricchezza del patrimonio culturale, proprio sulla storia, sul sapere e sulla bellezza fonda la propria inimitabile unicità.
Oggi è necessario liberare la cultura dall’uso strumentale di alcuni per restituirla a tutti i cittadini, perché è l’identità stessa della nazione, oltre che fonte di sviluppo economico e di maggiore qualità della vita.

In Italia la cultura non ha ancora pienamente espresso le sue straordinarie potenzialità di sviluppo per il progresso del Paese. Anzi, nel corso dei decenni ha dovuto subire un processo di “appropriazione indebita” da parte di intellettuali militanti, con il concorso di professori, giornalisti e addetti ai lavori politicamente omologati.

La sinistra si è spesso auto-attribuita una sorta di “esclusiva” in ambito culturale, e l’uso politico del settore ha colpito al cuore la cultura stessa, limitando la sua caratteristica fondamentale di espressione condivisa dell’identità nazionale. Invece, al di là delle appartenenze di partito, occorre acquisire coscienza politica dello straordinario valore dell’identità culturale italiana, la cui vocazione alla bellezza è un bene primario che non si può pensare di disperdere.

Fare politica culturale per aiutare un settore basilare per l’Italia, non militare nella politica per farsi finanziare film, fare passerelle al concerto del Primo Maggio o presentare Festival di Sanremo.

Liberare la Cultura vuol dire dar voce alla creatività e liberare un settore strategico dalla burocrazia e da una tassazione mortale.

Dal Dipartimento Cultura Forza Italia che ho fondato qualche mese fa mi rivolgo a tutti, anche a chi nel nostro ambiente si dice schierato dall’altra parte per dimostrargli che quello che contano sono le idee e non gli steccati politici oramai novecenteschi come la destra e la sinistra.
Idee che diventano azioni, non più “manifesti passatisti” come avrebbero detto i Futuristi 100 anni fa. Azioni concrete dalle quali ripartire per creare quella “nuova equazione del benessere” che rilanci l’immagine e l’economia della nazione più bella del mondo.

Un gruppo di artisti ed operatori culturali si sta aggregando intorno a questo nuovo progetto politico.

Ecco alcune nostre linee guida:

“Separare le carriere”

Di fronte al grande tema del patrimonio culturale bisogna realizzare una sorta di “separazione delle carriere”: lo Stato tutela e difende, il privato gestisce e valorizza.
Il dovere prioritario e imprescindibile dello Stato è quello della conservazione, della garanzia e dello studio dell’immenso patrimonio artistico e paesaggistico nazionale (art. 9 della Costituzione). Ma per essere realmente efficace, lo Stato deve poi delegare al privato tutti i compiti e le attività di gestione e di promozione del patrimonio. Il privato, in questa logica, diventa lo strumento più efficace per raggiungere un obiettivo pubblico.

Detassare la Cultura

Il tema fondamentale è la defiscalizzazione. E’ necessaria la totale detassazione degli investimenti privati destinati alla cultura.
In molti Paesi esistono sistemi di vantaggi fiscali molto efficaci, ed è arrivato il momento anche per l’Italia di avere la possibilità concreta di agevolazioni per chiunque voglia favorire la cultura.
Bisogna poi agire sui sistemi di crediti d’imposta. Il modello di riferimento è quello dell’estensione a tutte le attività culturali del tax credit e del tax shelter, previsti oggi solo per il cinema. Il tax credit (credito di imposta) riguarda la possibilità di compensare i debiti fiscali con il credito maturato a seguito di un investimento.
Il tax shelter (detassazione degli utili di impresa) è invece il beneficio di uno scudo fiscale per la parte degli utili investiti. A tutto ciò dovrà affiancarsi una necessaria semplificazione degli adempimenti burocratici, che dovrà riguardare non solo il soggetto che eroga, ma anche il soggetto che riceve il contributo.

Educare alla bellezza

L’educazione è il primo passo del circolo virtuoso grazie al quale la scuola innesca il processo di produzione del talento e della creatività, e per questo motivo riteniamo che sia giusto iniziare l’educazione alla storia dell’arte, alla musica, al teatro, alla danza, alla bellezza sin dalla scuola primaria. Dall’educazione deriva anche lo stile italiano, quel particolare modo di pensare e di produrre che chi ha reso originali nel mondo.

 

 

6 Commenti

  1. Finalmente, è ora di liberarsi dei dinosauri del Sapere che per decenni hanno bloccato questo paese

  2. Era ora che qualcuno difendesse i diritti e gli ideali degli artisti NON-sinistroidi!!

  3. Fare perno sulla bellezza come ricerca, diritto e pilatro della nostra vita per un programma che riesca a investire il progetto sulle cose da fare. Ciò senza estetismi di maniera, senza posizioni precostituite, dando all’espressione di contenuti e alla creazione di raffigurazioni l’onere di realizzare l’esistente. Questo, secondo me, il programma per la cultura di un partito, di un movimento. La cultura non come ventesima pagina bensì come allegoria del nostro stesso vivere. Auguri Edo, continua su questo percorso!

  4. ok è un’idea molto interessante ma soprattutto importante, sono decenni che affermo la mancanza a destra di una struttura che saldi
    e incrementi la componente culturale che sembra da noi abiurata e retaggio solo della sinistra.
    spero che questo si una valutazione importante che vada perseguita anche nel lungo periodo, altrimenti sarebbe un’altra opera a metà
    e quindi un fallimento.
    spero vada tutto per il verso giusto

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