Tolkien è saltato sul pentagramma

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Nel giorno in cui Daniel Barenboim dirigeva il Fidelio per la fatidica “prima” alla Scala, nel giorno consacrato a Sant’Ambrogio, Tolkien è saltato sul pentagramma. Rewind. Tra le pagine più belle dell’autore del Signore degli Anelli, una posizione di prestigio ha Ainulindale. La musica degli Ainur, il primo capitolo del Silmarillion. In cui Ilùvatar «convocò tutti gli Ainur» e diede avvio alla creazione. Tramite la musica: «dal tema che vi ho esposto, ora io voglio che facciate, uniti in armonia, una Grande Musica». Come sempre, quando ci si mette Tolkien non scherza. «Mi ha sorpreso l’utilizzo che Tolkien fa di termini specifici del campo musicale», dice Ivan Tiraferri, trent’anni, tolkeniano di platino. Che nello scorso aprile è sedotto da un pensiero stupendo: estrarre una sinfonia da quel capitolo del Silmarillion, «rispettando con esattezza le precise indicazioni musicali di Tolkien». Il quale, per dire, fa pure la lista degli strumenti in scena («con arpe e liuti, e flauti e trombe, e viole e organi»). Così, Tiraferri tira dentro tre amici dell’Istituto Musicale “Lettimi” di Rimini, Mattia Guerra, Nicolò Facciotto e Federico Mecozzi, da anni primo violino nei tour di Ludovico Einaudi. Tutti poco più che ventenni, affascinati dal mito tolkeniano.

L’opera si compie la scorsa estate, si compone di dieci brani, dopo un concerto di rodaggio (il 25 luglio scorso), l’apoteosi, il 7 dicembre, alla Chiesa dei Servi di Rimini. Gremita di giovani che la Scala se li sogna. A dirigere l’orchestra del Lettimi, con energia e carisma, Facciotto: 23 anni, studia ingegneria aerospaziale, è diplomato in direzione d’orchestra. ’Sti cavoli. «L’opera è per orchestra sinfonica, abbiamo fatto le cose in grande», dicono. La musica, in effetti, ha una sua possente furia emotiva, che tende alla colonna, anzi, alla cattedrale sonora. Riferimenti impliciti, James Horner (compositore per “Braveheart” e “Avatar”) e Howard Shore (tre Oscar per le musiche del ciclo cinematografico del “Signore degli Anelli”). Il bello, però, è che l’opera è già stata registrata (sempre in una chiesa) ed è diventata un disco: a produrlo e a divulgarlo sarà Adolfo Morganti attraverso Il Cerchio, attività editoriale che nasce nel 1980 pubblicando i primi testi di saggistica italiana dedicati a Tolkien. «Siamo felici. Ora che c’è il disco lo spediremo a Christopher Tolkien. Speriamo che non ci maledica». Nasce un nuovo genere: la musica tokeniana.