Monasterace: il tempio di Kaulon è salvo. Forse

1

Buon Natale, Monasterace. E Buon Natale al Tempio di Kaulon che, forse, sta firmando un contratto col futuro. 

È passato più di un anno da quando, da queste pagine, lanciammo anche noi un urlo di collera e protesta contro il silenzio assordante della politica e delle istituzioni calabresi, che avevano lasciato al mare la libertà di cancellare millenni di passato e di gloria. Nell’assoluta indifferenza, o quasi, dei doppiopetto da salotto istituzionale, quel che resta del maestoso Tempio dorico più antico della regione (420 a.C.), stava inesorabilmente scivolando dalla collina, erosa dalle onde dello Jonio, verso il mare, senza che qualcuno dei suoi “badanti” facesse qualcosa. Eppure, tutti i responsabili, dai funzionari della Soprintendenza agli amministratori provinciali, regionali, ministeriali venivano allertati e avvisati minuto dopo minuto. Ma, dai lunghi corridoi dello Stato echeggiavano solo altrettanto lunghi silenzi. Poi, la stampa, e noi fra i primi, e le associazioni di cittadini illuminati, e le televisioni e il tamtam mediatico ad ogni livello. Insomma, quel popolo fastidioso come una mosca nei giorni umidi ha cominciato ad alzare la voce.

(Il tempio di Kaulon affonda. Lanzetta ci sei?)

Così tanto che anche il più tetragono dei burocrati s’è dovuto calare le braghe. A dire il vero, un primo carico di massi giganteschi fu portato, a cura dell’Amministrazione provinciale di Reggio Calabria, e sistemato a difesa su un piccolo tratto di spiaggia, già dopo la prima mareggiata dello scorso anno. Ma si trattava di poche decine di metri che non avrebbero potuto arrestare la furia del mare, né il continuo smottamento della collina, con gli enormi lastroni di pietra e marmo del tempio che scivolavano con essa. Poi, le scontate visite dei ministri, dei sottosegretari, dei politici d’ogni ordine e grado. Le loro promesse. I giuramenti e i patti, gli accordi, le firme. E i milioni di euro stanziati. Ma, col caldo dell’estate, di nuovo il silenzio.

Il rischio c’era. Non certo che la collina potesse smottare in quelle settimane. No, c’era ben altro rischio. E non così fantasioso o bislacco. La nostra preoccupazione era che i soldi stanziati se ne andassero, silenziosamente, verso i conti correnti di palate, ruspate di team di esperti che, comodi nei loro studi professionali, giocassero a concionare su quale intervento avesse fatto meglio a ciò che resta. Senza intervenire. E, manco a dirlo, un mese fa, il mare s’è incazzato nuovamente ed ha mandato nuovi emissari. Le onde feroci di questa fine 2014 hanno saccheggiato ancor di più l’area archeologica ricchissima di Monasterace. Distruggendo non solo il tempio, ma anche altri importanti reperti venuti alla luce durante gli scavi del 2013. Stanze di abitazioni? Locali pubblici? Tutto da verificare. Ma… lottando contro il tempo e la furia di Poseidone. Solo dopo le ultime incazzature abbiamo, finalmente, visto arrivare gli operai. Quelli giusti. E le gabbie di ferro e sassi per bloccare il crollo. E il degrado.

http://ilreportnelcuoredimonasterace.jimdo.com/rapporto-monasterace-nel-cuore/

1 commento

  1. Un Grazie da parte di Lex Apache ….Da Parte di ” Il Reporter Nel Cuore di Monasterace” e un Grazie da Parte mia Naturalmente….sperando che la macchina della Giustizia e della Giusta causa abbia sempre un occhio di Riguardo sull’Area Archeologica….ricordandovi che i Documenti sono nel link del sito che vi ho dato…un saluto e Buon Natale a Tutti da Lex Apache Reporter – fabbri!

Comments are closed.