Duemilionicinquecentomila euro dalla Rreggiòne Calabria e trecentomila euro dal Ministero per i Beni Culturali, totale duemilioniottocentomila euro FERMI, mentre il Tempio di Kaulon viene attaccato e distrutto dalla furia del mare Jonio in burrasca. Il Sindaco di Monasterace chiede aiuto e nessuno risponde. La flebile voce della ministressa locale, la timidamente muta Lanzetta, non è riuscita a superare lo sciacquìo delle ondine agostane sul bagnasciuga, figuriamoci il rombo della mareggiata delle ultime settimane. “Così, percossa, attonita, la ministra al nunzio sta. Fu vera gloria?” Mi verrebbe da dire, parafrasando il Grande. Ma, poi, umilmente cancello la citazione e ingoio l’amaro. Cosa mi sarei dovuto aspettare da una ministra per caso? Cosa aveva già fatto, da sindaca, per il Tempio e, a volerne parlare, per Monasterace? Cosa ha smosso, per la Locride dall’illustre passato ed il triste presente?
Inutili passerelle di facce notine, più o meno semivip da pagine interne di un qualsiasi giornalino di cronacazze italiote. Ma, se la sua responsabilità è legata alla timida carenza di fiati, la mancanza maggiore è tutta di quei funzionari statali preposti, come si suol dire. Chi, nelle stanze medie della Soprintendenza blocca o, quantomeno, rallenta gli interventi? Non la mia amica Simonetta Bonomi, suppongo. Ogni volta che l’ho incontrata mi ha aperto il cuore col suo entusiasmo e la disponibilità. E, allora, chi? Da Monasterace, nelle scorse settimane, si è levato un grido: Iannelli, dimettiti! Laddove, Iannelli sta ad indicare la funzionaria della soprintendenza responsabile anche del Tempio. Sarà lei che blocca l’intervento? O, magari, non si tratta di un ennesimo capro espiatorio? Chi dovrebbe gestire quei quasi tre milioni di euro statali? La Rreggiòne Calabria? E, dunque, si aspettano le elezioni della prossima settimana?
Un troiaio burocratico che ha portato alla conta di nuovi gravissimi danni al patrimonio archeologico e storico della Calabria. Una vergogna istituzionale per la mia terra che, in queste ore, assiste ad inutili passeggiate di “gente di Rroma” che viene a promettere lavoro, pane e futuro. La Calabria ha le balle colme di questi signori, che, ormai, guarda come i Pupi all’Opera. Con compassionevole odio. Mentre Kaulon prende inesorabilmente la via del fondo marino…