Data la sua partecipazione, come testimonial, ad Amref e Save the Children, e sapendo che uno dei primi suoi spettacoli, Aria Condizionata, riguardava la salvaguardia delle balene ed era realizzato con la collaborazione di Greenpeace, si intuisce che Giobbe Covatta, tarantino di nascita e napoletano di adozione, classe 1956, non abbia scelto a caso il tema di 6° (sei gradi), lo spettacolo realizzato con Paola Catella e con la partecipazione di Ugo Gangheri che andrà in scena al Teatro Manzoni dal 2 al 4 dicembre, nell’ambito delle serate riservate al Cabaret in cartellone per la stagione 2014-15: come sarà il mondo quando la temperatura media sarà più alta di un grado rispetto al 2012? E quando i gradi saranno due? E quando saranno sei?
In scena si propone una riflessione profonda e insolita, per quanto riguarda la nuova drammaturgia, sul futuro del nostro pianeta e il rischio portato dal suo surriscaldamento: i nostri discendenti vivranno in un ambiente profondamente segnato dalle conseguenze dovute al comportamento irresponsabile che attualmente è in atto. Sovrappopolazione, energia, inquinamento saranno i temi che i personaggi comici di Giobbe Covatta dovranno affrontare, e per cui metteranno in atto stravaganti invenzioni non solo scientifiche, ma anche politiche e sociali.
Per risolvere definitivamente i problemi? «Se si cercasse il modo per eliminare le radiazioni, non avremmo più le questioni ambientali che ne conseguono – dice Covatta – ma quello che viene più immediato inventare sono navi che le riflettano, o altri espedienti di questo tipo…». Insomma, una satira pungente sull’umanità tutta e il suo modo di affrontare le difficoltà che la riguardano direttamente. È un teatro sociale il suo? «Mi espongo molto, trovo spunti nella vita di oggi, partecipo con motivazione e credo legittimamente ad argomenti che interessano, credo, tutti gli uomini. Poi, certo, il teatro è sempre un avvenimento sociale, qualsiasi sia l’argomento che tratta».