I Santa Margaret verso Sanremo

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SantaMargaretMusicaÈ rock, con profonde radici nel blues ma allo stesso tempo sofisticato, con senso del ritmo ma con profonde venature melodiche… Suoni soffusi e al tempo stesso robusti… Difficili da classificare i milanesi Santa Margaret, che con caparbietà ed entusiasmo si sono conquistati una piccola fetta di popolarità con il loro primo album, un mini long playing significativamente intitolato Il suono analogico cova la sua vendetta. «Non per nostalgia – sottolineano le due anime della band, la carismatica vocalist Angelica Schiatti e una vecchia conoscenza come Stefano Verderi, ex chitarrista de Le Vibrazioni -; abbiamo registrato l’album in analogico per ritornare alle cose vere. Volevamo che il suono fosse il più sincero possibile».

Con le loro prime canzoni hanno fatto un bel botto. Hanno vinto la sezione giovani del Coca Cola Summer Festival, sono stati ospitati da Fiorello nella sua «edicola», hanno piazzato due brani (il singolo Riderò e la ballata Vieni a gridare con me, che sarà contenuta nel volume 2 del loro progetto discografico, in uscita l’anno prossimo) e sono stati selezionati tra le sessanta nuove proposte candidate al Festival di Sanremo. Domani ci saranno le audizioni per scegliere coloro che rappresenteranno la nuova musica al Festival. Ci saranno anche loro? «Sarebbe il definitivo salto di qualità – rispondono – perché Sanremo è l’ultimo spazio in cui si può suonare musica dal vivo, a parte i talent». Come i Santa Margaret riescano a miscelare melodia e anima blues vien fuori dal loro Dna: «Siamo amanti del blues acustico del Mississippi, quello di Son House, ma anche del blues come lo interpretano gli inglesi, e poi amiamo il rock duro dei Led Zeppelin ma anche la canzone d’autore italiana. Il nostro idolo Robert Plant, prima di diventare rockstar, incise la versione inglese di La musica è finita di Umberto Bindi. Noi ci rifacciamo a Plant e lui si rifà a Bindi, così si chiude il cerchio». Forse qualcuno si aspetta una sorta di Vibrazioni 2, ma ora il suono è più maturo, più d’autore, e Verderi sgombra subito il campo da ogni dubbio. «Cerco di distinguere bene le due cose. Le Vibrazioni sono state una grande palestra di vita ma io ho oggi ho un’esperienza musicale diversa e il mondo è cambiato. Non si fa più promozione live o su Mtv, tutto è passato sul web ma noi resistiamo».