Ecco l’occupazione che ci piace

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È Luca Barbareschi, un non allienato all’andazzo culturale imperante, a sollevare dalla crisi irreversibile lo storico teatro romano

Rischiava di essere, a parole, un altro Valle okkupato ma a quanto pare lo sfratto del teatro Eliseo di Roma restituisce la storica sala della Compagnia dei Giovani ad una città che mai come oggi sta soffrendo le conseguenze di un clamoroso degrado culturale. Inutile tornare a parlare del fallimento della giunta Marino, sarebbe come sparare sulla croce rossa, è invece giusto sottolineare come un artista, un imprenditore teatrale e cinematografico che porta il nome di Luca Barbareschi abbia supplito alla crisi culturale istituzionale, sanando di tasca propria una situazione drammatica che l’ultima gestione del teatro ha lasciato in eredità.

Dunque a nulla sono valse le solite e tendenziose petizioni su fb dei rivoluzionari da tastiera che annunciavano la chiusura dellEliseo e la sua trasformazione in chissà quale fastfood o sala da ballo, proprio come era successo tre anni fa con l’occupazione del Valle. I cittadini questa volta non ci sono cascati e non hanno fatto le barricate perchè arrivava “il pericoloso” artista di destra, non hanno creduto ai maestrini da salotto in cerca di un nuovo posto dove presentare i propri libri e fare girotondi vari. “Ora si tratterà di risolvere dei piccoli impedimenti di carattere tecnico, logistico e amministrativo, poi il teatro riaprirà mantenendo la stagione che era stata preannunciata, e lavorerà per un rilancio in grande stile” sottolinea Barbareschi.

E’ quello che mi auguro da artista ed imprenditore dello spettacolo, perchè se vogliamo veramente mangiare con la Cultura dobbiamo scrollarci di dosso quei miseri pregiudizi figli di un qualunquismo militante che non hanno nulla a che fare con i Romolo Valli , De Lullo, Falk. Abbiamo bisogno di gente come loro, in teatro, “persone naturali e strafottenti ” come diceva Patroni Griffi. Che amano il teatro e lo difendono con coraggio.