Il malincopop dei Thegiornalisti

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Dopo due anni la band romana torna con Fuoricampo, canzoni per spiccare il volo come in un film di Miyazaki

ThegiornalistQuanta bellezza, quanta malinconia. «Un sorriso amaro, proprio come in alcuni film di Verdone», spiega Tommaso Paradiso. Dopo due dischi di puro rock, i Thegiornalisti, band romana nata circa quattro anni fa, ritornano con “Fuoricampo”, un album pop dagli echi anni ’80 e dai testi sfacciatamente moderni. Paradiso, insieme a Marco Antonio Musella e Marco Primavera, trentenni nati con Venditti e Dalla nelle orecchie, fanno riemergere il loro passato, creando un cortocircuito con il presente. E così partoriscono un concentrato di canzoni che emozionano, ma allo stesso tempo lasciano un po’ di amaro in bocca perché in fondo «non siamo una generazione di sconfitti, ma ci immaginiamo già il finale», continua Paradiso. Tutto pianificato, tutto voluto.

«Ci divertiamo a giocare con la musica – racconta il cantante – dopo un disco dalle chitarre crude, volevamo qualche cosa di moderno che affondasse le radici nelle sonorità con cui siamo cresciuti. Dentro ci abbiamo messo anche delle influenze britpop che non hanno stravolto il lato testuale».
Fotografie di momenti di vita che scorrono inesorabili, amori forti e un po’ vuoti, sguardi che ogni tanto si abbassano, ma che poi non dimenticano di cercare l’orizzonte.
«Tutte le canzoni sono legate da un filo malinconico tipico degli anni in cui ci siamo formati – ricorda Paradiso – la vita si affronta, non ci si arrende mai, ma al contempo rimane quella sensazione di amarezza che non vuole andare via. Un sentimento da vivere in modo consapevole. Io penso che una persona che si siede, rimane in silenzio e riflette sulle cose storte, quando si rialzerà sarà migliore».

L’incanto che lascia spazio alla realtà. «Anche nell’amore d’oggi è così – continua – nel pezzo “Promiscuità” parliamo di sesso, di tette e di culi, ma anche di rapporti da “sigarette fino alle sette e poi nulla più”. In “Mare Balotelli” invece raccontiamo il vuoto di certi giovani d’oggi e poi capovolgiamo il tutto invitando a tornare al mare, un “lexotan” che aiuta a trovare momenti di pace».
Un’inquietudine che scuote, ma che non vuole essere cosmica come dimostrano due dei pezzi più significativi del disco: “Proteggi questo tuo ragazzo” e “L’importanza del cielo”.
«“Per ogni uomo che danneggia le realtà c’è sempre chi trova un angolo di cielo e se ne va” – sorride Tommaso – in tutti i film di Miyazaki i protagonisti, nel momento del pericolo, spiccano il volo e trovano una nuova dimensione. Non sarebbe bellissimo avere il coraggio di farlo ancora una volta? Come quando eravamo bambini e sognavamo di volare sopra tutto e tutti…».