L’abito della Sposa, quando la storia la fa la radio

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La cronaca degli anni 60 che si fa racconto della contemporaneità nella piece interpretatata da Pino Strabioli

 di Laura Mancini

“L’abito della sposa”, in scena dal 21 Ottobre fino al 9 Novembre presso il Teatro della Cometa di Roma, diretto da Maurizio Panici ed interpretato da Pino Strabioli e da Alice Spisa, presenta un testo scritto da Mario Gelardi ed ambientato nell’Italia del 1963.

«Sono venuto a contatto per la prima volta con un lavoro di Gelardi anni fa» racconta Pino Strabioli «quando ho assistito alla messa in scena del suo “Dodici baci sulla bocca”, antecedente la sceneggiatura teatrale di “Gomorra”. Da allora sono rimasto colpito dal suo linguaggio semplice, dalla sua capacità di parlare della gente comune e gli dissi che mi sarebbe piaciuto, un giorno, lavorare con lui. Questo spettacolo mi è sembrato da subito l’occasione giusta per collaborare: innanzi tutto il ’63 è anche l’anno della mia nascita; il testo, poi, lascia emergere riflessioni sui sentimenti e sulla memoria, per i quali io ho sempre nutrito grande rispetto. Per questo l’ho sentito coerente col mio percorso e mi sono “cucito” addosso il particolare personaggio di Lucio», conclude.

Gli avvenimenti di maggior importanza che hanno caratterizzato il momento storico rappresentato sono rievocati sulla scena attraverso una radio, la finestra sul mondo esterno che il protagonista, il sarto Lucio, tiene sempre accesa mentre lavora e che si integra nella colonna sonora dello spettacolo – a cura di Paolo Vivaldi – insieme ai dischi di Rita Pavone, per la quale Lucio nutre una sfrenata passione.

Le notizie di maggior richiamo, come il matrimonio tra Carlo Ponti e Sofia Loren, la visita in Italia di Kennedy, la scandalosa love story tra Teddy Reno e Rita Pavone e, soprattutto, la tragedia del Vajont, si contrappongono allo scorrere lento della vita del protagonista, un uomo di mezza età dal carattere singolare, logorroico ma poco socievole e dalla parlata difficile da identificare, risultato dei molti dialetti assimilati nei viaggi fatti in tutto il Paese con la famiglia.

Lucio è un sarto di abiti militari e quando un capitano gli chiede di cucire l’abito da sposa per sua figlia, non sa rifiutare ma è costretto ad assumere la giovane e timida ricamatrice Nunzia per farsi aiutare. Questa ragazza che non sa come comportarsi con gli uomini e che custodisce un segreto, diverrà lo spunto per un’indagine tenera e poetica sulla condizione della donna negli anni ’60.
Le storie dei due protagonisti sono le storie di due solitudini, legate, sì, alle problematiche di un’epoca ma incredibilmente attuali, in un mondo in cui è ancora necessario combattere per le diversità.