La parità di genere? Nell’ebraismo è sempre esistita. Ishà è nata per stare al fianco dell’uomo

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Donna sapiens. La figura femminile nell’ebraismo è il titolo della quindicesima Giornata Europea della Cultura Ebraica, occasione per discutere di un argomento di attualità. Sono centinaia gli appuntamenti che oggi animano all’unisono trenta Paesi europei e oltre settanta città italiane, favorendo la conoscenza diretta della cultura ebraica, partendo da una delle figura chiave: Ishà, la donna. La tradizione, infatti, ha sempre esaltato il ruolo della donna ebrea come pilastro della vita famigliare nella costruzione e nella trasmissione dell’identità ebraica.

Nelle comunità ebraiche non c’è mai stato bisogno di imporre la parità di genere poiché nell’ebraismo è sempre esistita. Il Talmud dice: “La donna è uscita dalla costola dell’uomo, non dai piedi perché dovesse essere pestata, né dalla testa per essere superiore, ma dal fianco per essere uguale, un po’ più in basso del braccio per essere protetta e dal lato del cuore per essere amata”.

In Israele le donne, da sempre, ricoprono ruoli essenziali nell’amministrazione dello Stato, oltre a godere di una piena libertà individuale. Le ragazze hanno modelli e progetti del tutto simili a quelli di una società occidentale e, su spinta di diverse correnti di pensiero, si discute anche se possano avvicinarsi allo studio della Bibbia, per rendere il testo sacro a loro maggiormente accessibile.

La Giornata Europea della Cultura Ebraica è dunque utile per chi desidera scoprire le tradizioni e i luoghi di una minoranza che ha contribuito a scrivere la storia d’Italia e d’Europa, fondamentale per contrastare i persistenti luoghi comuni attraverso lo strumento più efficace e universale che possediamo: la cultura. Un giorno che può diventare momento di riflessione sugli accadimenti di questi giorni lasciando alle porte inutili prese di posizione politiche, ma pensando che ogni popolo ha diritto di avere la pace.

 

14/09/2014