In scena i cani della “Pace perpetua”

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La piéce all’Elfo Puccini, con la regia di Jacopo Gassman.

di Giuseppe Sciascia

In questo adattamento del testo di Juan Mayorga, drammaturgo spagnolo contemporaneo tra i più interessanti ed innovativi, Jacopo Gassmann porta in scena, dal 5 Febbraio al teatro Elfo Puccini di Milano, la sua seconda prova importante di regia legata a quest’autore. Dopo Nocturnal, appunto, con il quale aveva debuttato a Londra, la Pace Perpetua è dunque un testo visionario e immaginifico che non poteva non suscitare la curiosità e stimolare la versatilità di questo giovane talentoso regista e figlio d’arte. Gassmann totalmente affascinato dell’autore dice: “La cosa meravigliosa del suo teatro è che non finisce mai quando si chiude il sipario: pone domande e lascia che sia lo spettatore a tirare le fila. Non è mai dimostrativo”.

Una scenografia essenziale, una gabbia di vetro e un luogo segreto, dove dei cani competono tra loro per ottenere il collare bianco e con esso quindi la qualifica di cane militare di élite, quasi una affermazione sull’avvenire. Attraverso una serie di prove fisiche e psicologiche difficili si presentano alcuni dei più importanti dilemmi della vita politica e sociale di oggi. I cani Immanuel, John John, Odìn e Casius diventano magicamente parte di noi stessi. Sono cani, vitali, parlanti e pensanti come fossimo introdotti in un contesto kafkiano, cani che lottano e preservano il loro istinto, il loro fiuto e il loro cuore animale. Ed è proprio questo far recitare dei cani, che rappresenta il massimo dell’assurdo paradosso teatrale. Un teatro che si protende nel pubblico, scavalca i ruoli ideati dall’autore e scompiglia l’ideale di scena, rivolgendosi alle coscienze degli spettatori. Così John John è il cane irruento; Odin è nell’età della forte affermazione di sé e Immanuel in quella della piena maturità, così come Casius è vicino a un suo ritiro dal mondo, alla fine ciascuno di loro sarà costretto a compiere una scelta.

In scena i bravissimi Pippo Cangiano, Enzo Curcurù, Giampiero Judica, Davide Lorino e Danilo Nigrelli, catapultano nell’immaginazione, e nell’esperienza viva lo spettatore. Un valido esperimento per imparare a relazionarsi con gli altri imparando ad avere dimestichezza con le variabili caratteriali più complesse. L’adattamento di questo spettacolo è frutto di una mente aperta. Quella di Jacopo Gasman lo è certamente e viene da una solida formazione filosofica e cinematografica e il teatro diventa per questo, catarsi tra la vita e la scena. Affrontare un testo come la Pace Perpetua dice lo stesso Gassman vuol dire operare in bilico fra passione e il bisogno di esprimersi.