Da Enzo Fiore a Davide Bramante “Febbrili Transiti” nelle emozioni

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Jonathan Guaitamacchi

La mostra “Febbrili Transiti” a cura di Oriella Montin, ispirata all’omonimo libro di Arnaldo Colasanti e visitabile da Galleria Previtali Arte Contemporanea, riunisce sei artisti che, con le loro opere, indagano l’urgenza creativa e la continua ricerca di senso che caratterizza l’esperienza artistica contemporanea. Ogni artista affronta il tema del “transito febbrile” in modo unico e personale, offrendo una moltitudine di prospettive e interpretazioni, da Enzo Fiore, che attraverso l’utilizzo di materiali naturali come radici, foglie e terra, riabilita la natura e ci guida in una metamorfosi del corpo, a Davide Bramante che con le sue fotografie di grande formato, ottenute con esposizioni multiple fino a nove scatti analogici, ci offre una stratificazione bulimica di un viaggio nella cultura mediterranea. “In mezzo” Jonathan Guaitamacchi, che interpreta il paesaggio urbano in bianco e nero, creando varchi simbolici che ci conducono in un attraversamento senza via d’uscita e Giovanni Sesia, che ritocca fotografie d’archivio di pazienti internati in manicomi, dando voce alle storie drammatiche di un’umanità disperata e reclusa. E poi Luca Lischetti, che con i suoi teatrini dell’assurdo, Lischetti ci conduce nei meandri più oscuri dell’inconscio, popolati da personaggi grotteschi e ironici come assassini, generali e reietti e Bruno Cattani, le cui “Stanze della follia” ci immergono in un’atmosfera di profonda solitudine e abbandono.

Attraverso le diverse forme espressive di questi “Febbrili Transiti”, la mostra invita alla riflessione sul bene e sul male, sull’esistenza e sulla ricerca continua di senso nella vita, riflettendo l’urgenza e la motivazione degli artisti nel lasciare un segno del loro passaggio. Ogni artista interpreta il tema in modo unico: Lischetti con teatrini dell’assurdo sull’inconscio, Fiore con ritratti realizzati con materiali naturali, Sesia con ritocchi di fotografie di pazienti psichiatrici, Cattani con immagini di manicomi post-Basaglia, Guaitamacchi con paesaggi urbani in bianco e nero, e Bramante con foto sovrapposte che rappresentano la cultura mediterranea.