Contro il narcisismo del selfie: “Reflex”, di Maurizio Gabbana

0
Contro il narcisismo del selfie: "Reflex", di Maurizio Gabban
NY follow me

Sabato 1 marzo, presso la libreria “Un Mondo di Libri” a Seregno, presentazione di Reflex, il nuovo libro di Maurizio Gabbana. Un’opera singolare che mescola immagini e parole, accompagnata da una mostra fotografica dell’autore. A introdurre l’evento, Sergio Mandelli, divulgatore d’arte, che ha curato anche l’introduzione del libro, e che ha guidato il pubblico attraverso la scoperta di questo originale progetto letterario e visivo.

LEGGI ANCHE: Praline in tv dal mondo dell’arte in formato maxi

Reflex non è una raccolta di poesie nel senso tradizionale del termine. Sono pensieri, riflessioni, annotazioni di un uomo che ha attraversato mondi diversi: moda, famiglia, tecnologia e arte, con una predilezione particolare per la fotografia. Nei suoi testi si avverte un forte legame con la natura, spesso evocata in immagini di mare, onde, crepuscoli e orizzonti nebbiosi. Paesaggi fisici, ma anche interiori, che suggeriscono il limite tra il visibile e l’inconoscibile.

Uno degli elementi ricorrenti nel libro è il disagio per la corruzione dell’uomo e del paesaggio, bilanciato da un incessante bisogno di silenzio e dalla fede, che emerge come un filo conduttore in molte riflessioni. Gabbana vede nell’uomo una creatura spirituale di grande dignità, appena al di sotto degli angeli, ma comunque destinataria del loro servizio.
Durante la presentazione, l’autore ha raccontato il processo creativo alla base di Reflex. Non si è ispirato a nessun poeta in particolare, ma ha trascritto momenti di silenzio e sguardi, riflessioni nate dall’osservazione del mondo circostante. Il titolo stesso richiama il concetto della macchina fotografica Reflex, che cattura immagini e le riflette. Allo stesso modo, i suoi pensieri sono il riflesso di ciò che ha visto e sentito.

I testi di Gabbana non hanno protagonisti, non si tratta di narrazioni immaginarie, bensì di istanti visivi tradotti in parole.
Il mare e il cielo sono elementi fondamentali nell’immaginario dell’autore. Il mare rappresenta l’immensità, lo spazio a disposizione, l’infinito. Con la nebbia diventa ancora più vasto, perché l’orizzonte non si vede, ma si può immaginare. Anche il cielo ha un significato profondo: l’uomo è l’unico essere vivente in grado di guardarlo, di alzare la testa.

Un tema ricorrente in Reflex è la critica al narcisismo contemporaneo, incarnato dalla cultura del selfie. Gli uomini selfisti, paragonati a moderni Adoni, non fotografano i luoghi, ma se stessi nei luoghi. Il selfie non celebra il mondo, ma chi lo scatta. Una tendenza che porta a una visione superficiale della realtà e a una mancanza di profondità nel vivere.
New York è spesso chiamata “La Grande Mela”, ma l’autore aggiunge un punto critico. Visitando la città, emerge la solitudine, la povertà, la realtà dei senzatetto accanto ai grandi grattacieli di Times Square. L’America non è solo il sogno patinato che spesso si immagina.

Alla fine della presentazione, Gabbana ha sottolineato come i suoi versi siano un’espressione autentica della propria anima. L’auspicio è che chi li legga possa trarne qualcosa di buono.

Reflex si conferma così un’opera, in bilico tra fotografia e letteratura, tra immagine e parola, tra spiritualità e denuncia sociale.