
ARTICOLO PUBBLICATO SU CULTURAIDENTITA’
Le prime «polibibite», nome futurista che sostituiva l’inglese cocktail, utilizzavano come basi alcoliche «arzente» (brandy) e grappa e come aromatizzanti genziana, assenzio, rabarbari, e ancora vini della tradizione italiana.
Cambiarono i nomi degli strumenti, dei protagonisti della miscelazione e delle miscele stesse: lo shaker diviene «l’Agitatore», il barman è «il Miscelatore», il bar «il Quisibeve», il menù «il catalogo o lista vivande», il maitre «Il Guidapalato», il brandy «Arzente» e il whisky, «Spirito d’avena».
Le miscele, invece: «Permangiare» (l’aperitivo), «Perlazarsi» (il dopo cena), «Guerrainletto», energetico e proteico, allo scopo, come sottolinea Marinetti, di creare la nuova razza italiana, «Paceinletto» per stimolare il sonno, e i «Prestoinletto», adatti al freddo dell’inverno. Infine gli «Snebbianti», che stimolavano la mente per decisioni importanti, e le «Inventine», per avere idee fulminanti.