Veronese di nascita, milanese di adozione, fiumano di origine coi genitori esuli, scappati dalla dittatura di Tito. In estrema sintesi, Umberto Smaila: ossia uno dei più grandi protagonisti del nostro spettacolo, con musica suonata ancora dal vivo e senza autotune, per celebrare soprattutto i più grandi cantanti italiani. «Ormai sono arrivato a comporre 37 colonne sonore per il cinema», afferma orgoglioso tra una pausa e l’altra delle sue innumerevoli serate in giro per il Paese. Comico della prima ora, insieme a Franco Oppini, Nini Salerno (entrambi suoi ex compagni di scuola) e Jerry Calà nei Gatti di Vicolo Miracoli, Smaila ricorda gli esordi al «Derby» e a «Non Stop»: «Altri tempi, epoca meravigliosa».
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Per cosa rimpiangi maggiormente gli anni ’70?
C’era un desiderio di ribellione che colorava la società. La Democrazia Cristiana rappresentava un’idea ormai sorpassata, era il nemico comune che di tutti quelli che, in maniera diversa, volevano un cambiamento: rock ‘n roll, capelloni…
E oggi?
C’è solo uno sfrenato bipolarismo che ci attanaglia su ogni argomento e non perché ci si creda, ma in quanto lo richiedono i media, tv in primis.