Le trappole di Edoardo Manzoni, in mostra a Palazzo Braschi

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Quotidiana è il programma espositivo sull’arte italiana contemporanea che a partire dallo scorso settembre coinvolge le due sale al piano terra del Museo di Roma a Palazzo Braschi. Le sale sono aperte gratuitamente al pubblico con un palinsesto di mostre ideate e prodotte dalla Quadriennale e hanno l’obiettivo di approfondire alcuni orientamenti significativi dell’arte italiana del XX secolo. Il programma quest’anno si divide in due cicli espositivi: Paesaggio e Portfolio.

La sezione di Portfolio, dove undici artisti under 35 sono presentati in mostra una volta al mese, a partire dal 23 settembre 2023 fino al 15 ottobre, espone due opere di Edoardo Manzoni (classe 1993) vive e lavora a Milano. Le due sculture presenti sono opere che rappresentano rudimentali trappole realizzate contrapponendo un’esca realizzata con ramoscelli di bacche colorate ad elementi ostili come un dissuasore per piccioni deformato e una struttura di legno spinato. Elementi che rappresentano il rapporto di soggezione e fragilità che s’instaura tra cacciatore e preda, un gioco di ruolo che da un momento all’altro può vedere invertite le parti.

Cosa ti ha spinto a rappresentare delle trappole?

Le trappole partono dall’immaginario che da sempre caratterizza la mia ricerca del rapporto tra uomo e animale. Una ricerca che nasce dal contesto rurale in cui sono cresciuto come la cascina di campagna. Il mio rapporto con la natura ha preso varie declinazioni fino a portarmi alla trappola visto che la relazione tra uomo e animale si struttura anche attraverso la caccia. La mia opera indaga questa relazione di conoscenza profonda visto che per attirare un animale bisogna studiarlo e comprendere le sue abitudini e le sue attitudini. Ciò che ho esposto sono due trappole che nel momento stesso in cui giacciono in questi spazi perdono la loro valenza cattiva per acquistarne una seduttiva. Attraverso questi lavori che io cerco istintivamente di condurre a me il visitatore.

Questo concetto di seduzione ti è stato ispirato anche dal linguaggio contemporaneo dei social: un mondo illusorio fatto di viaggi e bella vita. Vere e proprie trappole moderne?

Voglio proprio sottolineare il concetto che le trappole e la seduzione si trovano in tutti campi, non solo in ambito puramente venatorio. Nel mondo dei media per esempio è facilissimo imbattersi in certe trappole camuffate. In sostanza attraverso le mie opere mi piace ricordare che possiamo ritrovarci ad essere prede di qualcosa senza nemmeno accorgercene.

Che rapporto hai con i social?

Piuttosto tranquillo, mi piace utilizzarli come mezzo di promozione delle mie opere. Ovviamente nell’utilizzo dei social è necessaria una certa consapevolezza senza alterare troppo la propria immagine nella presentazione di se stessi.  Tuttavia nell’alterazione  funzionale di sè non si può prescindere da un certo abbellimento del nostro stato e qui ritorno al concetto di seduzione e trappola.

 Ti nutri più di socialità o di solitudine?

Soprattutto di socialità perché credo che sia importantissimo dialogare con il prossimo e scambiare opinioni e confrontarsi su ciò di cui non si ha conoscenza.