Anton Dressler, concerto per clarinetto e “voci” al tramonto in riva al lago

0

Il musicista Anton Dressler (1974: dal 1991 vive e lavora in Italia) ha eseguito un concerto di clarinetto & live electronics alla Fondazione Sangregorio Giancarlo a Sesto Calende sul lago Maggiore, accompagnando il tramonto nella radura vista lago dello spazio espositivo nell’ambito del Festival Archivi Futuri in collaborazione con il MAGA di Gallarate e il neo Presidente Angelo Crespi con l’Associazione Musicale G. Rossini.

Anton Dressler improvvisa nuove modalità espressive sfruttando sonorità, fraseggio, espressività timbrica del clarinetto. Musicista di rigorosa formazione classica, enfant prodige e virtuoso, interprete in formazioni cameristiche e orchestrali su palcoscenici prestigiosi in tutto il mondo, Dressler ha unito, in una sintesi multisensoriale, vari linguaggi musicali offrendo all’ascoltatore la possibilità di viaggiare in uno spazio sonoro suggestivo, reso ancora più efficace dallo sguardo all’orizzonte di un paesaggio cangiante all’ora del tramonto. Nel 2020 è uscito il suo album livemovement interamente dedicato alla sua musica per clarinetto e live electronics.

Com’è il tuo repertorio?

Combino la voce del clarinetto col suono elettronico, in sintesi: clarinetto + live electronics. In questo connubio la voce del clarinetto viene processata in tempo reale, una cosa molto diversa da quanto avviene in un concerto di musica classica, dove ovviamente non ci sono basi e play back. Suonare da solo “live electronics” è sempre stato ciò che ho sognato di fare, eseguo mie composizioni che cambiano di volta in volta, non ho mai ripetuto esattamente lo stesso brano. C’è molto spazio di manovra per l’improvvisazione.

Ha a che fare col jazz questa cosa dell’improvvisazione?

Non direi, possono esserci elementi affini ma non possiamo definirlo jazz, l’improvvisazione in realtà va molto oltre il jazz, improvvisare per me vuol dire fare qualcosa di mai esistito primo e che tuttavia fa parte di un repertorio, è come quando un pittore dipinge improvvisando, le immagini non sono create dal nulla assoluto. La mia improvvisazione contiene tanti stili, musica popolare, musica balcanica, naturalmente ho un grande rispetto per il jazz ma è un bagaglio diverso dal mio, per esempio uno dei miei brani è un canone improvvisato con più voci (in realtà è sempre la mia stessa voce) che definirei molto barocco e sembra scritto da un contemporaneo di Bach.

I tuoi spettacolo sono veri e propri concerti o sono qualcos’altro?

Quando tu ascolti una persona sola al pianoforte vedi che quello che sta eseguendo, pur essendo una persona sola, è un concerto per pianoforte, quindi sì, quello che faccio è un concerto, un concerto intero con me solo, ma con tante sonorità, perché non c’è solo clarinetto. E’ un viaggio coinvolgente tra sonorità molto diverse fra loro ma unite da un filo, che è il clarinetto, perché tutti i suoni hanno inizio da li: il limite è solo la mia immaginazione.

Com’è stata l’esperienza in Fondazione Sangregorio?

E’ stato molto bello il feedback degli spettatori. Questo progetto (livemovement, n.d.r.) è in continua evoluzione e ogni volta c’è una grande novità; questo tipo di programma mi ha portato in luoghi spesso diversi dal solito ambiente della musica classica, come in Fondazione Sangregorio, un luogo legato alla scultura. Giancarlo Sangregorio univa legno e pietra, due elementi che contengono vita e morte, come per il clarinetto, che è di legno, unito però al metallo, cioè alla pietra. Una mia intuizione che è venuta fuori così, spontaneamente, sia sul territorio che sul “palcoscenico” della Fondazione.

Dove vivi?

Dal 1991 vivo in Italia, vivo a Imola, dove insegno musica da camera alla Fondazione Accademia di Imola.

E dove ti rivedremo?

Al Festival Musica sull’Acqua, a Como, dove suonerò un programma diverso da quello che ho suonato in Fondazione Sangregorio: inizierò alle 6 di mattina accompagnando il sorgere del sole, in Fondazione Sangregorio invece ho fatto coincidere il concerto con lo scendere del sole, è stato molto suggestivo.