La grande arte in un paese piccolo piccolo. Siamo ad Isola del Piano, un piccolo comune sui monti delle Cesane in provincia di Pesaro Urbino, nella ex chiesa dell’Annunziata che ospita “Devozioni”, una installazione site specific dell’ artista internazionale Silvio Cattani nato a Trento nel 1947. La sua formazione a Venezia ed Urbino in terra di Marche. Di fronte a noi un’ opera che assume il carattere della spiritualità, se non della sacralità, laddove la dimensione spirituale è legata al luogo che ha determinato l’ispirazione progettuale, alla struttura compositiva che ha dato origine alla installazione, alla suggestione del genius loci, allo spirito che lo nutre, alla storia di un luogo in cui l’artista si è messo in ascolto di quel luogo. L’arte per Silvio Cattani è preghiera laica, è espressione religiosa nella narrazione del mondo. Cattani è un artista di livello, un esploratore un viaggiatore che ha visitato molti piu’ luoghi di quelli su cui ha posato realmente gli occhi. “Sono in partenza per la Cina dove porterò una serie di nuovi lavori”, lo abbiamo sentito dire con la semplicità di chi comunica una cosa ovvia. Il suo linguaggio ha l’anima dell’astrazione, la gestualità, l’energia creativa di un Emilio Vedova, l’artista che aveva frequentato a Venezia e dopo aver guardato Rotho e Pollock il suo linguaggio ha assunto una autonomia che assorbe una valenza Neo- Espressionista e restituisce un carattere identitario di forte spessore. Una poetica che si nutre della esaltazione coloristica e segnica, di una gestualità che denota una forza interiore in grado di essere riversata e investire l’osservatore. Cattani è artista di mestiere che lavora da circa 50 anni ed espone con successo nel mondo. Il suo fare arte obbedisce ad una controllata casualità, ad una gestualità solo apparentemente inconsapevole. Per Cattani dipingere è divertimento,“non può essere qualcosa di faticoso, è il piacere dell’arte” quando la sua riflessione poggia su un linguaggio incisivo, una dinamica armonia stilistica, una partecipazione simbiotica con l’opera stessa. Tra i frammenti di affreschi, che restano visibili sulle pareti della antica chiesa, anche una Madonna con Bambino, attribuito a Giovanni Santi padre di Raffaello, è lì a guardare, gli occhi colmi di meraviglia per quell’opera così diversa e così incisiva e vibrante capace di intrattenere un rapporto con l’ Assoluto, di vivere della sua stessa immanenza.
Tre grandi lastre di metallo con vividi colori e incerte forme che si incontrano, si alleano in un unico pattern visivo, sono depositate sul pavimento ad attraversare in verticale la navata centrale della chiesa in direzione di una quarta opera che prende il posto dell’altare. Una sorta di approdo dove le forme sono in grado di evocare paradisi dove nascono fiori originali, “oggetti” primitivi che hanno un sapore piu’ familiare. Forme che rivelano una piu’ marcata identità rispetto ai tre lavori che precedono quest’ultimo, per assumere, talora, l’aspetto dei disegni nel quaderno di un bambino prima dell’avvento tecnologico. L’armonia compositiva esprime il contenuto di una partitura musicale, di uno spartito dove le note danzano e il riferimento alla musica è dell’artista stesso, e diviene espressione di un desiderio dell’anima fissato per sempre. Ed è la traduzione visiva di un viaggio della mente, di un percorso reale dove le forme colorate ci appaiono come piccole isole di salvataggio nella tempesta della vita stessa che, per Cattani è intrisa di colore, C’è’ forza, impeto e dramma e anche gioia per un ossimoro visivo di grande efficacia. E c’è la dimensione di una spiritualità che lega il tutto quando, in una lettura estrema, l’installazione ci conduce ad individuare una sacralità restituita dalla sequenza delle tavole che vanno a formare una croce, seppure priva dei bracci laterali. E se questo non era l’intento dell’artista, resta la forza di un’ opera che è la potenza dell’arte in grado di generare suggestioni, di una devozione che è quella per l’arte stessa mentre conserva sempre qualcosa di misterioso, di impenetrabile. Eliminate le barriere che ci legano al convenzionale è l’ arte che ci spiazza, ci scuote per offrirci una nuova visione del mondo. L’arte è libertà, è un cammino.
Fino al 23 luglio 2023, tutti giorni, chiuso domenica, ore 9-12, 18-19.30 (prenotazione obbligatoria, tel. 3343985206) , ingresso libero.




