Le Fate Ignoranti

“La morte, come ogni fine, contiene un nuovo inizio”. Fra gli scaffali di una libreria, gli sguardi di Massimo (Luca Argentero) e Michele (Eduardo Scarpetta) si incrociano come se i due si conoscessero da sempre. Cercano entrambi la stessa raccolta di poesie dello scrittore turco Nazim Hikmet, che darà il via al loro amore segreto. Così, dopo vent’anni dall’uscita del suo cult, Ferzan Ozpetek torna dietro la macchina da presa per il romantic drama “Le Fate Ignoranti” che, ispirato alla pellicola omonima che ha sbancato al botteghino nel 2001, sarà visibile dal 13 aprile su Star di Disney+ in un serie internazionale di 8 episodi dal titolo “The Ignorant Angels”. Non solo un film ma un vero fenomeno culturale e manifesto contro i pregiudizi che adesso abbraccia la serialità televisiva e, grazie al cast, si declina nella sua tipica coralità lasciando però maggiore spazio alle immagini e ai silenzi, laddove i dialoghi seguono la fotografia sullo sfondo di Testaccio e del Gazometro svelando il prequel dell’opera filmica, che al suo debutto cinematografico era solo l’incipit della narrazione. Alla penna di Gianni Romoli per la sceneggiatura si affiancano Carlotta Corradi e Massimo Bacchini nella produzione di Tilde Corsi per R&C Produzioni, diretta anche da Gianluca Mazzella, storico assistente alla regia. «L’idea di trarre una serie da “Le Fate Ignoranti” è stata di Corsi. Quando me ne ha parlato la prima volta, più di due anni fa, non ne ero convinto. Poi, però, Romoli mi ha fatto notare che la  versione “seriale” ci avrebbe permesso di raccontare quello che era appena accennato: tutto il prima, cioè la storia tra Massimo e Michele, che era solo un preambolo. Inoltre, potevamo approfondire le vicende di tutti quei personaggi che animano l’appartamento di Michele e che erano appena tratteggiati. Ne abbiamo eliminato qualcuno e inseriti altri completamente nuovi, come ad esempio la coppia formata da Annamaria e Roberta», spiega Ozpetek. Il testimone della borghese Antonia, dapprima interpretata al cinema da Margherita Buy, passa nelle mani di Cristiana Capotondi. Suo marito Massimo rimane vittima di un incidente stradale davanti al Colosseo e sarà il quadro che Michele, scenografo al Teatro dell’Opera di Roma, aveva regalato al suo amante a farle scoprire la verità sulla relazione parallela con un uomo. “A Massimo, per i nostri sette anni insieme, per quella parte di te che mi manca e che non potrò mai avere, per tutte le volte che mi hai detto non posso ma anche per quelle in cui mi hai detto ritornerò… sempre in attesa, posso chiamare la mia pazienza amore?… La tua fata ignorante”, recita la dedica dietro la tela rivelatrice di un sentimento nascosto che lei non conosceva e la porterà a mettersi sulle tracce del ragazzo e della sua cerchia di amici eccentrici. La casa si trasforma in una persona nell’ambiente domestico dei confronti e degli scontri con le tipiche tavole imbandite e i momenti conviviali accompagnati dalla colonna sonora “Buttare l’amore” cantata da Mina, dopo il successo di “Luna diamante” de “La Dea fortuna”. «Il soggetto principale è lo stesso, ma con delle differenze. Innanzitutto, il film era raccontato dal punto di vista di Antonia e lo spettatore scopriva insieme a lei un mondo trasgressivo, ma accogliente e non giudicante, che la apriva al superamento del lutto e al cambiamento. Nella serie, invece, sono molteplici. Nel 2001 c’era un desiderio di apertura, la voglia di cambiare prospettiva, di sperimentare nuove conoscenze e la nostra storia si inseriva perfettamente in quel clima. Ora, la stessa storia, trascorso un ventennio, si ritrova collocata in un momento molto diverso, di ripiegamento in sé stessi e chiusura verso l’altro da sé. L’universo delle Fate ignoranti, che allora sembrava un allegro invito alla diversità e alla novità, oggi, invece, è una zattera in difesa, pronta a resistere ai nuovi venti di restaurazione che soffiano, più o meno espliciti», aggiunge il regista. Tra i protagonisti la musa Serra Yilmaz (Serra) nel ruolo dell’amministratrice di condominio, Ambra Angiolini, la cartomante Annamaria, innamorata di Anna Ferzetti, la psicologa Roberta, Paola Minaccioni nei panni della fruttivendola Luisella, Burak Deniz (Asaf, fotografo giramondo nipote di Serra), Carla Signoris che interpreta Veronica, la mamma “scomoda” di Antonia”, Filippo Scicchitano (Luciano) ed Edoardo Purgatori (Riccardo) in un consolidato rapporto omosessuale tra un commercialista e l’impiegato di una banca. E, ancora, Edoardo Siravo (Valter), Lilith Primavera (Vera, donna transgender che gestisce una tintoria), Samuel Garofalo (Sandro, studente invaghito di Michele), Maria Teresa Baluyot (la cameriera Nora), oltre a Patrizia Loreti, Giulia Greco e Mimma Lovoi alias le “Tre Marie”,  trio di curiose e pettegole signore che, sedute sulla loro panchina, osservano gli avvenimenti in quel pittoresco quartiere della Capitale che continua ancora a regalare emozioni. Mentre Istanbul, in un viaggio alla ricerca della propria identità e di quella parte dell’altro che è stata persa per sempre ma vive nei ricordi, è dietro l’angolo dei sogni infranti da recuperare.

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