A Genova parlano i Profeti inascoltati del Novecento

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Il vernissage del 16 dicembre della mostra “Profeti inascoltati del Novecento”, in corso ai Saloni delle Feste di Palazzo Imperiale a Genova: la mostra, l’attento pubblico intervenuto e la conferenza di presentazione della mostra con il messaggio di saluto dell’assessore alla cultura della Regione Liguria Ilaria Cavo, dell’assessore alla cultura del Comune di Genova Barbara Grosso e del cultural manager Maurizio Gregorini, l’introduzione di Raoul Bollani Saloni delle Feste – Palazzo Imperiale e gli interventi degli ideatori della rassegna Miriam Pastorino, Andrea Lombardi e Dionisio Di Francescantonio, artista autore delle opere esposte assieme a Sergio Massone, Vittorio Morandi e Lenka Vassallo, del presidente di Domus Cultura Rodolfo Vivaldi organizzatore della mostra, dell’architetto Alessandro Casareto (allestimento mostra) e dello sponsor Sandro Ruiu (Queen Charlotte Brand). Gli organizzatori ringraziano gli intervenuti e Roberto Nacucchi – Midass per le foto e video e per la sua professionalità e cortesia, la mostra è aperta sino al 22 dicembre, e poi a gennaio, secondo i seguenti orari:

Mostra “Profeti inascoltati del Novecento”
17 dicembre 2021 – 16 gennaio 2022
Saloni delle Feste – Palazzo Imperiale Genova, Piazza Campetto 8A
Orari dicembre: aperta dal 17 al 22 dicembre tutti i giorni dalle ore 15 alle ore 18
Orari gennaio: aperta nei giorni di lunedì, martedì e mercoledì dalle ore 15 alle ore 18
Ingresso libero in osservanza delle vigenti misure anti Covid-19

Nelle parole di Vittorio Sgarbi, autore della prefazione del catalogo della mostra:

«La rassegna “I profeti inascoltati” ha favorito l’incontro tra quattro artisti genovesi che nel recente passato avevano preso parte alla mostra “Mai perdute forme del mondo. La persistenza del figurativo in alcune esperienze contemporanee” in Palazzo Ducale. Visioni di vita diverse, modi di pensare anche molto lontani, che hanno in comune, oltre alla pratica del disegno e della pittura, una vera curiosità culturale. L’arte pretende quella libertà di espressione che personaggi scomodi come Louis-Ferdinand Céline, Hannah Arendt, Filippo Tommaso Marinetti, il cardinale Giuseppe Siri, hanno coraggiosamente e diversamente testimoniato, anche divisi dalle violentissime vicende storiche del Novecento. Il possibile punto d’incontro è la verità delle parole che consente di superare gli schemi ideologici, propri di un tempo che è finito, mentre la loro vita è qui. Una condizione che li ha fatti uscire da quel pensiero rigido che ha travolto generazioni schiave di pregiudizi. Non posso che guardare con favore, quindi, i 48 ritratti – accompagnati dagli approfondimenti di apprezzati pensatori e amici come Pietrangelo Buttafuoco, Gianfranco de Turris, Luigi Iannone e altri – di Dionisio di Francescantonio, Sergio Massone, Vittorio Morandi, formatosi nello studio di Giannetto Fieschi, e Lenka Vassallo, così vivi ed espressivi, lucenti nel buio di un’epoca senza maestri».