Palazzo BN, Lecce_credits Courtesy of Press Office

I marmi “verde Guatemala” tra le architetture razionaliste del 1933 di una dimora storica, immersa nel fascino del Barocco leccese. Abbracciando il fil rouge del “Movimento moderno” e richiamando alla memoria i principi del funzionalismo. Le venature originarie dei pavimenti, lasciate volutamente intatte quasi ad evocare le atmosfere rétro del passato, mescolate sapientemente al design contemporaneo nell’antica sede del Banco di Napoli dove, per molto tempo, addirittura si batteva moneta esattamente come accadeva per la Banca d’Italia. Lecce sorprende con le sue meraviglie architettoniche e, di fronte al Teatro Politeama, tempio della rinascita culturale della città salentina nonostante la pandemia, Palazzo BN “è la storia che si fa storia”. Un progetto innovativo e visionario, ideato dall’ex banchiere italo-svizzero Renè De Picciotto, da sempre amante dell’Italia e, soprattutto, della Puglia con i suoi uliveti e le masserie che sorgono sui paesaggi bucolici. Dopo la crisi economica del 1929, in pieno regime fascista, la banca segnò il decennio degli anni ’30 e oggi, attraverso un minuzioso e attento intervento di restauro, che ha consentito di recuperarne gli arredi e l’intero complesso, si è trasformata in un luxury hotel con ben 13 appartamenti fino al roof garden, primo giardino pensile cittadino, e una Food Court considerata la culla della gastronomia al piano terra dei recuperati spazi d’antan. «Palazzo BN insiste su un’area di antica pertinenza militare. È dirimpetto al bastione nord-est del castello, oggi non visibile poiché inglobato nella costruzione del Teatro Politeama Greco. Nel XVI secolo il sito sembrò ottimale per la costruzione di un palazzo di giustizia e di una cappella dedicata a San Demetrio, edificati ad opera del famoso architetto militare Gian Giacomo dell’Acaya, cui si deve la fabbrica del castello nonché l’edificazione della cinta muraria. Nel 1755 i resti dell’edificio preesistente, con il caratteristico portale catalano-durazzesco, furono inglobati nella nuova struttura progettata dall’architetto Mauro Manieri artefice del Palazzo della Regia Udienza, avente inizialmente funzione di tribunale civile e penale, nonché di carcere, e posto di polizia urbana. Sino ad essere adibito a caserma militare nel 1865 con la denominazione di Caserma San Martino», fanno sapere dalla proprietà.

Vista mozzafiato dall’alto su piazza Sant’Oronzo, scorgendo il celebre anfiteatro e il campanile del Duomo che spicca fra le nuvole. Le scale marmoree, la casseforti, i giochi di luce che riflettono i raggi del sole disegnando, mediante una rinata bellezza, il domani dell’hôtellerie di lusso. E la tecnologia, immancabile nell’era 3.0, diventa protagonista e si fonde alla storia senza stravolgerla. Così, il BN Fintness center, per chi vuole dedicarsi al benessere e alla cura del corpo, offre un D-wall ed è dotato di tecnobody e uno specchio digitale per allenarsi come se si fosse alle prese con un vero personal trainer. La cassaforte che introduceva al caveau è attualmente la porta d’ingresso per lo spogliatoio del centro, la stanza del direttore si è tramutata in una delle 13 lussuose suite dai 40 ai 90 metri quadrati di ampiezza. Una narrazione estetica che si dipana dalla fine del 1800 quando, fiutando la possibilità che il palazzo potesse essere abbattuto, i cittadini leccesi organizzarono una protesta per difendere un pilastro della loro tradizione, pezzo di cultura avvolto dai barocchismi e dagli stucchi decorativi di chiese e residenze d’epoca. Tuffandosi nel lontano 1902, il Consiglio di amministrazione del Banco di Napoli approvò la proposta di edificare una succursale importante nel territorio pugliese, proprio a Lecce, e l’anno successivo acquisì l’area dall’amministrazione comunale, tramite un atto datato 25 aprile, commissionando la realizzazione dello splendido palazzo all’ingegnere Pasquale Ruggeri, che si era già occupato della rete di comunicazione tranviaria elettrificata tra la cittadina del Salento e la marina di San Cataldo, nel periodo in cui il Comune era guidato dal sindaco Giovanni Pellegrino. L’inconfondibile stile tardo-ottocentesco si compone di due piani fuori terra, accanto ad un sotterraneo, e dapprima si estendeva su una superficie di 1250 metri quadrati di cui 412 relativi a giardini laterali: il perimetro è tuttora visibile sui marciapiedi laterali che costeggiano le vie San Trinchese e Dei Mocenigo per la presenza di una linea tratteggiata di tozzetti in candido marmo bianco. Tutti gli elementi, identificativi e simbolici dei fasti precedenti, sono stati riusati e valorizzati. Tant’è che il bancone dell’elegante bar, fulcro dell’economia territoriale e di ingenti scambi monetari, è stato ripensato per il raffinato “Banco”, che vede al timone il bartender Mauro De Giosa, alchemico maestro della mixology, in un’esperienza immersiva accompagnata dalle suggestioni regalate dalle grate dei vecchi impianti di condizionamento riqualificate in stilosi tocchi vintage che sono parte integrante dell’arredamento. «L’intento del restyling era quello di dialogare con il mondo, conferendo un’atmosfera internazionale agli ambienti senza denaturarli. In questo caso la ristrutturazione è stata facile e, osservando le linee della committenza, nell’attività di remise en forme, durata oltre un anno, ho cercato di riutilizzare gli arredi già esistenti. Il palazzo era già referenziato, con una sua riconoscibilità definita e forte. Quindi, ho valutato gli spunti che ci dava per recuperare in modo fruibile gli oggetti e i decori dei luoghi. I banconi dei bancari assumono una nuova vita, perché credo nel ciclo della vite. Sia degli esseri umani che delle cose. I guardaroba, ad esempio, erano delle porte che abbiamo smontato per creare i passaggi antincendio. Allora li ho fatti diventare armadi. Così per quelle della stanza dei quadri amministrativi, diverse dalle altre bussole, che mantengono l’impronta del ricordo. La mia mente è molto fertile, ho rivolto lo sguardo ad una clientela reale e mondiale. Non solo locale.», spiega l’architetto leccese Lucia Bianco, che aggiunge «Mi sono ispirata al grattacielo Walkie Talkie Building di Londra: qui gli ospiti arrivano da ogni parte del pianeta solo per ammirare la terrazza-giardino».