Regista milanese e co fondatore della Compagnia Teatrale ARTISTI RIUNITI, Piero Maccarinelli annovera tra le altre attività anche quella di direttore artistico del Teatro Parioli, che risorge dopo anni come centro culturale dello storico quartiere capitolino proprio nel giorno in cui le sale torneranno ad essere disponibili al 100% della capienza.
Che cosa significa essere il direttore artistico di un polo culturale storico come il Teatro Parioli?
La cosa più bella è dare prosecuzione ad un’attività nata vent’anni fa insieme a Cristina Comencini e altri colleghi, cioè ARTISTI RIUNITI che si è sviluppata in altre strutture storiche come il Teatro Valle, Piccolo e Grande Eliseo e che è stata costretta a fermarsi a causa dello scemare dell’interesse verso il teatro. Oggi torniamo più carichi che mai tanto che abbiamo aperto all’Accademia Silvio D’Amico e al Centro Sperimentale di Cinematografia visto che credo nei giovani e nel cambio generazionale. Non solo, abbiamo iniziato a collaborare con la Molly Bloom con la quale abbiamo intenzione di realizzare corsi di lettura ad alta voce che ricambieremo ospitando presentazioni di romanzi. Daremo anche spazio alla musica con i concerti che affiancheranno il cartellone principale il quale consta di otto spettacoli in abbonamento della durata due settimane più due spettacoli culturalmente più impegnati che resteranno in scena solo una settimana.
La notizia di oggi è la riapertura delle sale a capienza totale. Secondo te il pubblico ha voglia di tornare a teatro?
Io penso di sì anche se naturalmente sconteremo la diffidenza che nasce dalla paura del contagio. Noi addetti ai lavori dovremo però rimboccarci le maniche per offrire motivi validi per tornare a teatro quindi: spettacoli attraenti da un lato ma anche culturalmente stimolanti dall’altro. Io credo che non esista più un solo tipo di pubblico bensì diverse tipologie che richiedono a loro volta diverse tipologie di spettacolo. Per quel che riguarda il Parioli ritengo che per noi sarà importante ripartire il prossimo ottobre con una scuola di teatro che sia centrata soprattutto sulla drammaturgia contemporanea in modo da verificare se ci sia o meno un pubblico interessato a questo. Le novità vanno quindi incentivate e questo non sarà facile.
Con che criterio avete scelto i titoli in cartellone per la prima stagione rinnovata?
Innanzitutto abbiamo cercato dei titoli che fossero il più attraente possibile mescolando Lina Sastri con Nacy Brilly, Ale e Franz con Enzo De Caro in modo da catturare un pubblico trasversale. Ciò che è importante è lo spettacolo che sia di semplice intrattenimento piuttosto che teatro dell’arte. Per me l’unica discriminante sta in uno spettacolo fatto bene o fatto male. In sostanza se lo spettacolo d’intrattenimento è fatto bene ben venga diversamente se lo spettacolo d’arte è fatto male : meglio che vada via.
Tu nasci regista, è previsto in cartellone anche uno spettacolo diretto da te?
In questa stagione ci sarà uno spettacolo nella sezione cosiddetta sperimentale, uno spettacolo che ho presentato in piena pandemia e con il pubblico ridotto, tratto da uno scritto di Don Luigi Sturzo. Si tratta di un’opera dei primi del 1900 sul rapporto stato-mafia che è andato in scena alla Pergola e al teatro dell’Accademia Silvio D’Amico. Lo spettacolo della stagione in abbonamento invece debutterà la stagione il 22 ottobre 2022 e sarà “ Il Figlio” di Stefan Zeller. La stagione attuale debutterà il prossimo 26 dicembre durante le feste natalizie.
Perché un abbonato dovrebbe scegliere il Parioli piuttosto che un altro teatro?
Non me la sento di dare un suggerimento. Posso solo dire che il cartellone del Parioli è di alta qualità e soprattutto spazia dall’intrattenimento al teatro dell’arte. Il valore aggiunto sta nell’offerta collaterale che consta di una serie di avvenimenti, serate e promozioni che daranno al Parioli l’aspetto di una casa della cultura e dello spettacolo aperto non solo negli orari canonici bensì tutto il giorno per via dei laboratori aperti a grandi e piccini, della scuola di teatro e di lettura. Per un quartiere così densamente popolato e tendenzialmente portato alla cultura come quello dei Parioli questa offerta dovrebbe fare la differenza.