La prima nazionale de “Il Sistema” chiude con successo il Festival CulturaIdentità

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Grande successo per la IV edizione del Festival Cultura Identità, ideato e diretto da Edoardo Sylos Labini, con il sostegno della Regione Piemonte e dell’amministrazione comunale di Casale Monferrato. Dibattiti, mostre, spettacoli teatrali, hanno animato per tre giorni i luoghi simbolo della città, il Castello del Monferrato, il teatro Municipale e Palazzo Langosco, dando vita ad un evento unico, di alto profilo culturale. L’obiettivo dell’iniziativa è promuovere la riscoperta delle nostre radici e dei nostri valori, a partire dall’Amore per la Patria, sentimento celebrato nell’ultimo numero del mensile CulturaIdentità, anche con una speciale copertina poster con lo scudetto tricolore inventato da d’Annunzio. Enrico Ruggeri e Federico Palmaroli sono stati i protagonisti sul palco delle prime due serate della kermesse. Particolarmente emozionante l’esibizione, nella giornata inaugurale, della Fanfara dei Bersaglieri Roberto Lavezzeri di Asti e l’omaggio a uno dei più grandi Maestri del cinema italiano con la consegna del Premio Lanza alla carriera per Pupi Avati.

“Impariamo a rispettare e ad amare l’arte sempre di più. Solo così potremo restituirle la dignità che merita”. Il Premio Dante Alighieri – sottolinea Angelo Lorenzo Crespi durante l’ultima serata – nasce con l’intento di fare un’indagine conoscitiva del palcoscenico nazionale. L’Arte oggi è diventata una super religione, tutti noi cerchiamo un’autorealizzazione che non troviamo più nel lavoro e che invece ci sembra prospettare l’impegno artistico, a parte la letteratura, la poesia forse, l’ambito più gettonato è quello della pittura e delle arti visive.

Gran finale domenica con Alessandro Meluzzi, Stefano Zecchi, Francesco Maria Del Vigo, vice direttore de Il Giornale, e Fabrizio Bertot, responsabile Piemonte CulturaIdentità, che hanno presentano il fumetto 1984 di George Orwell adattato da Xavier Coste (ediz. Ferrogallico).

Chiusura in bellezza al teatro Municipale, con la rappresentazione del Sistema, lo spettacolo diretto e interpretato da Edoardo Sylos Labini, nell’adattamento curato da Angelo Crespi.

 “Il Sistema”, il libro del magistrato Luca Palamara intervistato da Alessandro Sallusti, diventa spettacolo teatrale. “Una mattina stavo correndo sulla ciclabile del Tevere, la sera prima avevo finito di leggere il libro di Sallusti e Palamara, ho chiamato Sallusti per dirgli che volevo farne un’opera teatrale e così da una corsa è nata questa idea” racconta Sylos Labini che, poco prima di salire sul palco, spiega il perché della decisione di portare in scena un tema come la giustizia. “Il tema della giustizia – osserva – tocca ognuno di noi perché il destino di ogni singolo italiano oggi può dipendere da un magistrato, quindi è un tema assolutamente importante che va raccontato e più che mai una riforma vera della giustizia è basilare per far risorgere il Paese”.

Luca Palamara, nel libro “Il Sistema” racconta come alcuni magistrati abbiano pesantemente influenzato la politica italiana. Il Sistema “è il potere della magistratura, che non può essere scalfito: tutti coloro che ci hanno provato vengono abbattuti a colpi di sentenze, o magari attraverso un abile cecchino che, alla vigilia di una nomina, fa uscire notizie o intercettazioni sulla vita privata o i legami pericolosi di un magistrato”. Dagli scaffali delle librerie, dove è stato un successo editoriale, al palcoscenico.

“Oggi si parla di autoriforma – dichiara Palamara durante il dibattito al termine della pièce, intervistato dal direttore dell’AdnKronos Gian Marco Chiocci – i magistrati dicono ci autoriformiamo noi, e la politica è debole nel fare una riforma che possa toccare temi sui quali comunque esiste un dibattito all’interno del Paese, che sono i temi della separazione delle carriere, temi dell’obbligatorietà dell’esercizio penale, i temi dell’assetto del consiglio superiore all’interno della Magistratura.”

A chiudere lo spettacolo, un omaggio a Falcone e Borsellino e a questo proposito Edoardo Sylos Labini osserva: “lo spettacolo non è uno spettacolo contro la magistratura, è uno spettacolo contro il sistema correntizio perché ci sono tanti magistrati, che sono la maggior parte, che lavorano in silenzio, con passione, senza bisogno di una macchina da presa davanti, magistrati come Falcone e Borsellino e come tanti altri che hanno dato la vita per la libertà e la giustizia nel nostro Paese. A quei signori che hanno dato la vita per il Paese, a quei veri patrioti, noi dedichiamo questo spettacolo”, conclude. Lo spettacolo, dopo Casale, farà una tournée estiva in molte città italiane, tra cui il 19 agosto al Festival La Versiliana, e debutterà nei teatri al chiuso il 28, 29 e 30 settembre al Manzoni di Milano.