In memoria di Carlo Rambaldi: ricordi sul padre di ET e della meccatronica

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L’Italia è quel paese in cui, in un modo o nell’altro, nascono personaggi la cui definizione non può fermarsi al semplice artista, anche grande s’intende, bensì a quella di genio. Peccato che di questo termine oggigiorno se ne faccia un uso assai spropositato, definendo qualunque pseudo-artistoide da salotto un fantomatico genio se non addirittura un precursore di qualcosa che arriverà nel domani.

È per questo motivo che i giovani debbano assolutamente (ri) scoprire i veri geni che hanno fatto sì che la nostra nazione, la nostra cultura, divenisse enorme agli occhi degli altri, perfino oltre oceano nella tanto amata ( e sopravvalutata) America.

Uno di questi è Carlo Rambaldi, figura chiave nel mondo cinematografico per le sue creazioni leggendarie all’interno di celebri pellicole che hanno segnato intere generazioni, dai bambini agli adulti.  Rambaldi è stato il più importante inventore di effetti speciali, un’incredibile artigiano/scienziato che ha saputo costruire, tramite la sua incredibile sensibilità, un immaginario divenuto nel tempo collettivo, in cui un po’ tutti noi abbiamo sognato di entrare almeno una volta. Partito dal grande cinema italiano sui set di importanti autori come Fellini, Argento, Ferreri, Monicelli, Avati, Comencini, è riuscito ad ottenere un consenso planetario che lo ha accompagnato sulle alte vette di Hollywood, accanto alle stelle, riuscendo così a vincere perfino tre premi oscar, ottenuti per King Kong, Alien ed E.T.-l’extraterrestre.

 “Mio padre era già bravo in Italia, soltanto che in America gli è stata data una maggiore disponibilità per poter sperimentare al meglio le sue idee” così ha sottolineato sua figlia Daniela, la quale dal 2014 si occupa attraverso  la Fondazione Carlo Rambaldi di cui è vice presidente, di tenere in vita il lavoro del maestro tramite svariati eventi come ad esempio la mostra itinerante cominciata a Roma al Palazzo delle esposizioni, che a breve ripartirà da Milano il prossimo anno, per arrivare  a Venezia, Montecarlo, Dubai e alte città ancora. Poche settimane fa, durante la serata dedicata ai nostri azzurri in vista degli europei di calcio, è stato ricordato il nome di Rambaldi dato che la mascotte ufficiale della nazionale (quindi legata soprattutto ai mondiali) è stata ideata dallo stesso anni fa e così, il presidente Gravina ha sottolineato questo risultato postumo come il quarto oscar per il compianto effettista.

“Nel 2007 mio padre si meravigliò che la nazionale non avesse una mascotte e aveva l’amarezza di non aver ricevuto dall’Italia il giusto riconoscimento per il suo talento e da lì  gli venne l’idea di proporre una mascotte al calcio italiano.” Daniela Rambaldi racconta così la genesi del progetto mascotte che solo adesso, dopo tutti questi anni, è riuscito finalmente a vedere la luce, e continua dicendo: ”In una lettera che mio padre scrisse nella presentazione del progetto specificava che per lui rappresentava il quarto oscar.”

“Tra l’altro” aggiunge Giuseppe Lombardi, direttore della fondazione: “Questo bozzetto utilizzato per la mascotte mette in risalto altre qualità del genio Rambaldi. Nonostante molti  credono che il maestro fosse legato alle creazioni soltanto per il cinema, invece nasce addirittura come pittore e ha lasciato un patrimonio davvero poliedrico perché tante sono le sfaccettature artistiche della sua opera. Addirittura la sua collezione di bozzetti è favolosa, noi della fondazione abbiamo una miriade di materiale inedito. C’è una mostra intera di quadri di un certo rilievo legati interamente a delle atmosfere spaziali che comprende oltre novanta opere e non a caso ogni volta che ho realizzato delle mostre a proposito di ciò, ho avuto seri problemi di spazio. Per cui il suo amore verso la fantascienza è andato oltre il cinema. Inoltre bisogna ricordare il valore scientifico che Rambaldi ha espresso in modo egregio, va detto che la robotica è figlia della meccatronica di cui il maestro ne era il padre, e soprattutto è madre dell’endoscopia cardiovascolare.

Quindi Carlo Rambaldi nel momento in cui unisce l’elettronica alla meccanica per far camminare i suoi pupazzi inizia una scienza che diventa la nonna dell’endoscopia.” Da sette anni la Fonazione organizza il premio E.T. sotto le stelle, un evento partito come commemorazione e divenuto negli  anni un vero e proprio riconoscimento con cui vengono premiati dei giovani talenti e in cui si uniscono artisti, imprenditori e altre figure legate al maestro. L’evento si svolge ogni anno il 10 agosto, il giorno della dipartita di Rambaldi, il cui sguardo è anche volto alla beneficenza.