Ignazio Schifano, quel meraviglioso andare della “sicilitudine”

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Tutto qTutto quello che mi passa per la mente ,olio,acrilico,vernice spay su carta 260x150cm 2020uello che mi passa per la mente ,olio,acrilico,vernice spay su carta 260x150cm 2020

Scrive storie su tela con i pennelli della sua terra. Firma la versatilità in una visione aperta alla vita. Affida l’esistenza come necessità al disegno e alla pittura. Dentro il dubbio una ricerca febbrile che si evolve da un passaggio pittorico all’altro. “Dipingo per come la mia vita scorre”.

Ignazio Schifano nasce a Palermo nel 1976 e come artista, dopo venti anni di esperienza nel mondo del restauro. Si trasferisce a Londra dove continua gli studi legati all’arte pittorica. Con il rientro in Italia arriva la decisione di dedicarsi totalmente alla pittura.

Ciò che colpisce e affascina della sua scrittura su tela è “la componente creativa del rischio”, un’autobiografia che veicola l’universalità dell’Arte.

La “sicilitudine” passa attraverso alcune immagini iconiche: il carillon, la giostra, il mare e la dimensione isolata del proprio vissuto. La sua storia inizia da un quartiere problematico di Palermo che in lui scatena uno spiccato meccanismo di sopravvivenza. Scopre il dubbio e il meraviglioso andare verso nuove direzioni che si evolvono in ogni ciclo pittorico.

Il protagonista nei suoi lavori è il caso. “Sconvolge e a volte persino sconforta” crea uno spazio nel quale vivono emozioni contrastanti, una continua sfida con la sua parte razionale.

Forte è l’approccio con la pittura iberica, un processo inconscio, probabilmente legato a un momento particolare della sua vita.

Pittori, scrittori, poeti, “originali assenti” intervengono nei suoi lavori aggrovigliati in “una scatola di luce scura”.

Distante dal ragazzo di tredici anni che vendeva, a Palermo, la domenica mattina al mercato dell’antiquariato, i suoi primi studi e bozzetti.

Oggi, Schifano spinge la sua ricerca non soltanto verso l’astrazione, l’uso irrequieto e vorticoso del colore lo conduce verso una “contemporanea universalità.”

“Artisti di Sicilia” a cura di Vittorio Sgarbi, “Iperbole” a cura della Galleria Lombardi di Roma, “Dentro il cerchio” allestito presso la Camera dei Deputati di Roma sono solo alcune delle diverse mostre a cui Schifano ha partecipato negli anni.

I suoi lavori fanno anche parte di importanti collezioni private e pubbliche, tra cui quelle del Castello di Fumone (FR); del Museo d’Arte Contemporanea Siciliana (MACS) di Catania; del Museo di Rende, e del Palazzo della Provincia di Cosenza.

Perdermi, smarrirmi, anche se ogni tanto mi fa paura, è ciò che meglio conosco, e di continuo mi auguro. Per la mia vita, e per la mia Arte.”

E di strada ne ha fatta tanta Ignazio, dal cavalletto in spalla studiando e dipingendo il paesaggio, “i palazzi di mattoncini rossi puntellati da tante piccole finestrelle”, il bagno nella tinozza, i fuochi d’artificio, lo sguardo al cielo per cercare risposte.

La sua Palermo fatta a mano, portata addosso in una molteplicità di stili, di storie, di leggende, di maschere. L’arte come atto sovversivo, come incontro occasionale per descrivere la società e il modo di vivere oggi.

Alfred Jarry è uno dei suoi scrittori preferiti. La scienza delle soluzioni immaginarie è per Ignazio una delle risposte alla costruzione delle sue opere. Far convivere elementi del mondo che lo circondano con espressioni della fantasia. Una pittura libera che ingloba e restituisce una forte componente di “sicilianità”, che non esclude gli effetti delle contaminazioni ancestrali di altre dominazioni europee.

A modo mio, seppur attraverso i pennelli, mi piace pensarmi un cuntasturie, un cantastorie.”

1 commento

  1. Come sempre una narrazione elegante e colorata, che piega i capi della riflessione in un arco logico, fino a farli convergere. Molto bello.

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