E anche la 71ª edizione del Festival della Canzone Italiana è giunto al termine, con una finalissima col botto, in un crescendo di imprevisti e colpi di scena per cui forse è davvero valsa la pena fare le ore piccole.
Trionfa col 40% al televoto “Zitti e Buoni” dei Maneskin, una rock band romana di quattro giovanissimi – così giovani che persino lo stesso Fiorello ha ribadito quanto la somma delle loro età non arrivasse alla sua! Hanno sfoggiato tutine striminzite, dal design imbarazzante con un trucco carico e vistoso, puntando ancora una volta sull’estetica eccentrica e a tratti fuori luogo, che ahimè a volte sembra quasi essere l’unico punto di forza e coesione di questi ragazzi.
Oggettivamente il brano non sembra avere un significato così profondo: le rime sono inesistenti, banali, la sua forza risiede nell’esclusiva interpretazione vocale degli acuti (o forse urla, chissà!) del cantante Damiano, mentre a livello testuale o metrico, di certo c’è da dire che molti altri testi gravidi di significato sono stati ingiustamente scagliati in fondo alla classifica.
Ma veniamo agli altri concorrenti! Anche per stasera, come le precedenti, la partecipazione di Irama è stata resa possibile da un video registrato estratto dalle prove generali: come sappiamo, due collaboratori sono risultati positivi e il cantautore, nonostante negativo e assolutamente asintomatico, è stato costretto in isolamento nella sua camera d’albergo senza poter fisicamente salire sul palco. A dispetto di ogni pronostico, si è classificato solo quinto con il brano “La genesi del tuo colore”.
Regine di stile anche per stasera sono state Annalisa e Noemi, rispettivamente in BluMarine e Dolce&Gabbana: il primo blu acceso e vertiginosamente scollato, il secondo un bagliore di luce. Due modelli pazzeschi indossati strepitosamente.
Anche stasera Bugo, Aiello, Random non sono riusciti a prendere una nota nemmeno per sbaglio: un vero peccato considerando i testi, assolutamente niente male.
Per quanto riguarda i look, quasi tutti bocciati: più che all’Ariston sembra di trovarsi a Viareggio di martedì grasso: un Random Arlecchino, un Max Gazzè Superman, i Comacose truccati da un make-up artist bendato, una Rappresentante di Lista con i peli delle ascelle colorati, fino alla Michielin simil Clarabella in Topolino e a Madame che abbiamo capito avere i calli per la sua costante avversione a indossare scarpe.
Sarebbe infine preferibile astenersi dal commentare le penose sembianze di Achille Lauro, che come acme della sue depravate performance ha deciso di simulare beffardamente il costato sanguinante di Cristo in Croce. La scena insomma si commenta da sola. Il suo tentativo di “rivoluzione” fallisce miseramente in un crescendo di sfrenata e decontestualizzata esagerazione.
Straordinaria la presenza di Serena Rossi, introdotta da uno splendido omaggio a Napoli di Amadeus, e che ha deliziato tutti con un estratto di “A te” di Jovanotti.
Degno di nota anche il discorso di Zlatan, che nella sua imperturbabile inespressività ha comunque saputo comunicare un messaggio per nulla scontato: il saper attingere forza da ogni fallimento.
La nostra Orietta nazionale, divenuta un po’ la nonna Sanremese, ha ringraziato con una dolcezza unica i musicisti e il pubblico: ringraziamenti non scontati dal momento che molti altri concorrenti non hanno nemmeno salutato prima di lasciare il palco!
Ma veniamo al podio: assolutamente inaspettato per chi avrebbe scommesso sullo Stato Sociale, su Annalisa, o addirittura su Colapesce, ma al contempo assolutamente prevedibile Ermal Meta, già vincitore di festival assieme all’amico Moro, che ancora una volta ha saputo regalarci un testo pieno di emozioni ed estremamente poetico, nonostante non sia comunque il migliore del suo repertorio.
Lascia di stucco la mistica elevazione di Fedez e Michielin, che si aggiravano in ventesima posizione da inizio festival. Sarà stato forse l’accorato appello di Chiara Ferragni che invita i suoi due milioni di follower a votare per il marito? Presumibilmente sì, ma sappiamo bene che il televoto sanremese è uno strumento mistico che gode di vita e intelligenza autonoma. Si pensa a ricorsi per distorsione dei voti stessi, ma del resto come biasimare il gesto della Ferragni, che ha permesso alla sua dolce metà di sfondare la classifica?
Ironia della sorte, dal momento che Fedez, ex giudice dei Maneskin stessi qualche anno fa a X-factor, si è trovato sorpassato proprio dai suoi stessi allievi, a cui non ci resta che fare un grandissimo in bocca al lupo in vista dell’Eurovision!
Che dire, nonostante le critiche, i mille ripensamenti, i cambi repentini di programma, i dissidi, il festival è riuscito ancora una volta, dopo settantuno anni, a entrare nelle case e nei cuori di milioni di Italiani, come se anche solo per quattro ore ogni sera si potesse in qualche modo dimenticare tutto ciò che ci affligge per rifugiarsi nelle splendenti luci dell’Ariston. Un accenno di normalità in un mondo divenuto paranormale, un sorriso in questi mesi di pianto. In eterno, la musica si conferma come unico e solo linguaggio universale capace di legate le anime e salvare ogni cuore.