Ah se i politici iniziassero a meditare…

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Drflet / CC BY-SA creativecommons.org

La politica sembra essere diventata niente più che lo sport degli intellettuali, tifoseria da stadio, fede calcistica. L’ideologia acceca, non permette di attuare scelte giuste e appropriate. Se c’è una cosa che mi innervosisce, è vedere i politici smettere di usare la ragione nel momento in cui parla un avversario. Invece di ascoltare e provare a sentire se l’altro ha qualcosa di valido da dire, lo si osteggia, gli si dà contro ancora prima di aver sentito la sua proposta. In nome dell’ideologia si cerca sempre di tirare acqua al proprio mulino, e così, il bene comune, il bene del cittadino, passa sempre in secondo piano.

Come uscire da questa impasse?

Sono stati mesi pieni di odio, paura, incertezza, violenza psicologica e verbale, quando invece, soprattutto in un momento come questo, avremmo avuto bisogno di consapevolezza, d’imparare a fermarci e ascoltare l’altro e ascoltarci nel profondo, anche se questo può far paura, anche se quello che potrebbe venire fuori dovesse non piacerci.

Ora bisognerebbe riscoprire la gentilezza, l’umiltà, il non-giudizio. Come? Con la meditazione.

Già in un articolo del Guardian del 2017, il padre della mindfulness, Jon Kabat-Zinn, disse: “Le persone stanno perdendo la testa. Questo è ciò di cui abbiamo bisogno per svegliarci”.

Abbiamo bisogno di consapevolezza. I politici, per esempio, potrebbero iniziare a frequentare il protocollo basato sulla mindfulness per la riduzione dello stress (Protocollo MBSR ). Otto incontri di gruppo per un paio di mesi, mettendo insieme persone di sinistra, di destra e di centro. Durante questi incontri s’imparano varie pratiche meditative, e alla fine di ogni meditazione ci sono dei momenti di confronto per scoprire cosa è avvenuto durante la pratica. Non è un dibattitto, si può scegliere anche di non intervenire. In quest’occasione si parla del proprio vissuto, della propria esperienza, e spesso si scopre di essere più simili di quello che si poteva anche soltanto immaginare. Si scopre di condividere pensieri e sensazioni affini. Che si sia di destra o di sinistra. Perché in fondo non siamo altro che esseri umani.

Pratiche come la meditazione e lo yoga si stanno diffondendo sempre di più tra i cittadini, ma se non iniziano a praticare anche coloro che dovrebbero governare, come potrà avvenire un cambiamento e un miglioramento radicale delle nostre condizioni di vita?

Un politico che medita potrebbe iniziare a pensare prima di agire, potrebbe ascoltarsi e ascoltare senza pregiudizi, per riuscire a fare delle scelte dettate da un ragionamento lucido e imparziale, dopo aver valutato tutte le possibilità. Un politico che medita può imparare anche a essere più assertivo, meno aggressivo, più equilibrato e far arrivare il proprio messaggio forte e chiaro, senza bisogno di urlare o insultare. Forse è una fantasia o forse no. Intanto iniziamo a parlarne.