Pittori fantastici nella Valle del Po

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Valentina D’Amaro, Sergio Padovani, Omar Galliani, Marta Sesana, Massimiliano Galliani, Marco Mazzoni, Tamara Ferioli, Federico Guida, Letizia Fornasieri. E poi:

Annalisa Fulvi, Marco Cingolani, Wainer Vaccari, Enrico Robusti, Andrea Chiesi, Nicola Nannini, Nicola Verlato, Nunzio Paci. E non finisce qui:

Giovanni Frangi, Cuoghi Corsello, Ester Grossi, Nunzio Paci, Giovanni Frangi, Barbara Nahmad, Elena Monzo, Nicola Samorì, Vanni Cuoghi, Enrico Minguzzi. Ad libitum o quasi.

Sono 42 gli artisti selezionati da Camillo Langone per la mostra Pittori fantastici nella Valle del Po, che inaugura oggi al Padiglione d’Arte Contemporanea di Ferrara.

Tu chiamala Padanìa se vuoi: una realtà geografica e culturale che esiste (dal Monviso al Delta, quasi tutta la Pianura Padana insomma) e resiste (all’arte transfrontaliera e globale che va tanto di moda in questi ultimi…20 anni).

E tu chiamala anche mostra provinciale se vuoi, perché la produzione culturale identitaria persiste impertinente nonostante Artissima e le mostre che-piacciono-alla-gente-che-piace, che la nascondano sotto il (loro) tappeto: perché un artista di provincia può essere internazionale, vedi ad esempio Ettore Spalletti.

I 42 artisti selezionati da Langone per questa mostra attraversano tutti i mezzi espressivi e rappresentano l’arte prodotta oggi nella Valle del Po.

Non tutta, ovviamente: la selezione risente delle scelte del selezionatore e chiunque, compreso chi scrive, potrebbe alzare il ditino per puntualizzare: “Perché l’artista XYZ non c’è?”. Ma le mostre sono come le sentenze del tribunale, le puoi commentare ma non contestare.

I quarantuno pittori più uno scultore sono tutti nati o residenti in prossimità del Po e la loro è una produzione intrinsecamente territoriale: una vera e propria opposizione alla de-territorializzazione che il combinato disposto collezionisti potenti (quelli ai quali non parli, ma sussurri e di cui fai fatica a trovare un’intervista) e fondazioni à la page (in una grande città della Lombardia e in una grande città del Piemonte) spacciano per il nuovo, quando il nuovo invece è per definizione l’inedito, il non visto: e cosa c’è allora di più nuovo dei pittori che vivono e lavorano in quello che l’Assessore alla Cultura del Comune di Ferrara, Marco Gulinelli, ha detto essere “[…]quell’area geografica che porta a termine un grande affresco: il Po e il suo Delta”?

I Pittori fantastici nella Valle del Po sono fantastici nel doppio senso etimologico del termine, come sottolinea Langone nel testo che accompagna la mostra. Le loro opere generano stupore e sono prodotte dalla fantasia: “Seguendo l’idea convincente del surreale che compensa la piattezza del reale, del sogno che scaturisce più bizzarro dalla pianura più uniforme, in una sorta di gemellaggio fra la Padanìa di De Chirico e Mantovani e il Belgio di Magritte e Borremans”.

Langone nel testo cita il filosofo illeggibile per eccellenza, quell’Andrea Emo (non padano ma patavino) che scrisse: “L’arte deve presentare come meraviglioso, tutto ciò che è abituale, quotidiano, reale; e dimostrare questo meraviglioso, il fantastico, non già volando al di là del reale, ma rendendo il reale simile a se stesso, facendolo divenire ciò che è”.

Pittori fantastici nella Valle del Po
Ferrara, Padiglione d’Arte Contemporanea
3 luglio 2020 – 26 settembre 2020

Organizzatori
Comune di Ferrara, Servizio Musei d’Arte e Fondazione Ferrara Arte

A cura di
Camillo Langone

Orari di apertura
Dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.30

Informazioni
[email protected]

Prenotazioni
prenotazionemusei.comune.fe.it

Ufficio stampa Fondazione Ferrara Arte
Matteo Langone
[email protected]
349.2927090