I 5 ostacoli alla meditazione sono qualcosa che i praticanti conoscono bene, e sono: desiderio – agitazione – pigrizia – dubbio – avversione.
Credo che questi ostacoli si prestino bene anche per spiegare cosa impedisca a molte persone di tornare alla normalità dopo l’emergenza legata al Coronavirus.
Il desiderio o attaccamento come volontà di rimanere chiusi in casa per sentirsi al sicuro, per evitare contatti con altre persone ma soprattutto per eludere situazioni che non ci aggradavano nemmeno prima. Questa situazione avrebbe già anche un nome, “sindrome della capanna”, un termine che arriva dalle zone remote e impervie degli Stati Uniti, con inverni molto freddi, che porta le persone a una specie di ritiro simile al letargo degli animali. Chi è affatto da questa “sindrome”, dopo un lungo isolamento, tende a non voler uscire neanche quando può farlo. Ed è proprio quello che sta succedendo a molti dopo aver trascorso mesi chiusi forzatamente in casa.
L’agitazione forse è l’ostacolo più grande, quell’ansia e quell’irrequietezza che ci prende all’idea di dover ricominciare a uscire e incontrare persone, con il timore di contrarre il virus, e che rischia di immobilizzarci e impedirci di tornare a vivere.
E poi la pigrizia. Alla fine ci siamo anche un po’ abituati a stare a casa, ad avere meno impegni, a passare più tempo con la famiglia o sul divano a guardare un film. Molti hanno dichiarato che in fin dei conti durante il lockdown non si stava poi così male.
Il dubbio è legato all’angoscia di non sapere se il virus è meno potente, se tornerà oppure no, se l’emergenza è davvero passata, se tutte le misure adottate fino a ora sono state sufficienti. I dubbi sono tantissimi, ne sono attanagliati anche gli stessi scienziati, figuriamoci noi! E il rimuginare senza trovare una soluzione può diventare una condizione logorante.
L’avversione è il non voler accettare quello che non ci fa comodo e che non ci piace. Chi ha ancora molta paura, si rifiuta di vedere risultati confortanti, non vorrebbe vedere troppe persone in giro, e spesso si ritrova a sfogare la propria rabbia in maniera aggressiva contro chi ha ricominciato a uscire.
È difficile per tutti, ma come nella meditazione, per superare questi ostacoli è necessario imparare ad accettare con gentilezza tutto quello che si presenta nella nostra mente, senza aggrapparci a nulla, riconoscerlo, e poi provare a tornare al respiro e stare nel momento presente. Proviamo a identificare gli ostacoli etichettando ogni pensiero, sensazione o emozione per riconoscere in loro il desiderio, l’agitazione, la pigrizia, il dubbio e l’avversione e poi facciamo tesoro di un grande insegnamento: il lasciar andare, perché ogni cosa è transitoria.
Torniamo al respiro, interrompiamo il discorso interiore, e proviamo a uscire, senza però violentarci, rispettiamo chi ha ancora paura e anche chi ha ricominciato ad andare a cena fuori, al cinema, al mare.
Tutto ha una nascita, una durata e una fine, ce l’hanno le nostre paure, ce l’avrà anche questa pandemia.