In edicola CulturaIdentità: via il Nemico del Popolo

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CulturaIdentità, il mensile fondato e ideato da Edoardo Sylos Labini e diretto da Alessandro Sansoni, torna in edicola oggi 2 giugno dando voce all’Italia che lavora e che vuole tornare libera. Come scrive Sylos Labini nell’editoriale, questo nuovo numero è dedicato “a chi eroicamente malgrado il calvario che è costretto a percorrere tra burocrazia, pressione fiscale e tassi d’interesse, decide di fare impresa, dando l’opportunità a tanti altri di lavorare e costruirsi un futuro. A quel Popolo, colpevolmente dimenticato dal Governo, che non sa stare a casa aspettando la mancia del reddito universale“.

Anche questo mese una copertina d’autore, nata da un fatto realmente accaduto: raffigura il graffito che un giovane commerciante (che ha preferito restare anonimo per non incombere nelle contumelie dei leoni da tastiera) ha fatto realizzare sulla serranda del proprio negozio e che abbiamo scelto come copertina perché rappresenta perfettamente lo spirito di questo nuovo numero di CulturaIdentità, dedicato a quel popolo che vuole sì produrre benessere e felicità, ma con la fatica del proprio lavoro.

Imperdibili in questo numero le interviste a Giorgia Meloni e a Matteo Salvini che convergono sul fatto che l’unica alternativa possibile sia il voto per restituire sovranità al popolo italiano. Poi un importante intervento di Luciano Barra Caracciolo, di Alessandro Meluzzi (“Conte è un prodotto del catto-marxismo“) e di Diego Fusaro (“Ecco il nuovo multiforme proletariato“).

Degli economisti Ilaria Bifarini e Giulio Sapelli (si ricorra alla Cassa Depositi e Prestiti per fronteggiare l’emergenza) e quello di Marco Gervasoni sulla “grande sostituzione” in atto da parte della sinistra con la regolarizzazione degli immigrati.

Negli approfondimenti spazio al settore del Turismo (praticamente abbandonato dal ministro Franceschini), all’Industria con la proposta di una nuova IRI, alla Sanità ed il racconto delle aziende del made in Italy in ogni regione italiana.

Come sempre, segnaliamo la doppia pagina dedicata agli imprenditori che operano nel settore Ambiente e Salute con L’Italia che innova. E poi la consueta rubrica In Viaggio con Itinere, alla scoperta delle curiosità dei piatti e delle ricette della cucina nostrana

Andate in edicola, comprate CulturaIdentità; tiriamo su la serranda e mandiamo via questa crisi e i nemici del popolo italiano.

2 Commenti

  1. In un paese normale, non ‘normalizzato’ dal mainstream sinistro che grava come una cappa plumbea su scuola, informazione, stampa ed in ogni più recondito anfratto del consorzio sociale, affabulatori da avanspettacolo come Giuseppi ed i suoi danti causa sarebbero buoni sì e no per una sagra paesana.

  2. Mentre l’America brucia, lo Stivale è già cenere: nel senso che la democrazia è stata violentata insieme alla costituzione da chi istituzionalmente la doveva difendere e proteggere.
    Sul Coronavirus, intanto, anche per quel ristretto gruppo di scienziati senza la claque appresso, i dubbi sembrano essere ancora tanti. Per quanto riguarda invece il “verminaio” togato, le certezze sembrano aver dispiegato le ali tutte assieme. Così, Ciccio o non Ciccio, questa gente da tempo si è lasciata alle spalle i bastioni della democrazia e della costituzione, per inoltrarsi profondamente nelle lande dove la mafia cresce rigogliosamente. A questo punto, c’è una sola cosa da fare ed è quella di mettere ogni cosa nelle mani della magistratura militare: è l’unica via da praticare.
    Pensare che questa magistratura corrotta fino al midollo, tante o poche che siano le toghe coinvolte, possa districare, senza inciampare nella stessa autoreferenziale ideologia che ha accecato Palamara e le tantissime altre toghe aventi in comune la titolarità di scranni pesanti, questa matassa, significa non aver capito niente del disegno corruttivo di una eversione che già aveva preso di mira e voleva eliminare a mezzo sentenza pronunciata in nome del popolo italiano (una trovata che fa sbiadire, in un sol colpo, tutte le allucinazioni kafkiane ), pur essendo consapevolmente certi della sua innocenza, il ministro dell’interno di un governo in carica.
    Nei Paesi che non sanno cosa siano i “Mondi di Mezzo”, nessun Capo di Stato di uno di quei Paesi, dopo un terremoto simile, avrebbe impiegato più di trenta secondi a firmare le sue dimissioni irrevocabili: per il di più a praticare e dare area nuova alle Istituzioni. Poiché, per quanto si possa voltare e rivoltare la frittata, pur con tutto lo spirito benevole di questo mondo e tutta la perizia del re degli chef, l’indelebile macchia nera della credibilità perduta, resterebbe ineluttabilmente tale e quale.

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