50 sfumature di Fantastico italiano

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Non importa di che cosa vi occupiate. Potete interessarvi di cinema iraniano, essere esperti di vinili, collezionare (lo fanno!) i famosi tappi di bottiglia: salve poche eccezioni, è davvero difficile descrivere lo stato dell’arte del filone che vi appassiona. Neanche internet, con i suoi motori di ricerca, pare capace di risolvere il problema, anzi: ogni pagina virtuale che si apre lo moltiplica, ampliando la ricerca a novità sconosciute.

Ecco perché, scorrendo le pagine del nuovo libro di Filippo Radogna Conversando tra le stelle. Percorsi di vita nel mondo della fantascienza e del fantastico (Edizioni Scudo, 2020, 180 pagine, 12 euro), si ha la sensazione di trovarsi di fronte ad un caso più unico che raro.

La foresta che costituisce il Fantastico italiano, fittissima, è infatti attraversata da così tanti sentieri che volerne disegnare una mappa comprensiva di ogni diramazione sarebbe impossibile: figuriamoci indovinare dove andrà quel genere, o sapere a cosa si dedicano i suoi autori.

Radogna invece, che in quella boscaglia pare proprio trovarsi a suo agio, estrae dal cilindro il proverbiale uovo di Colombo: non usare solo la sua, di voce, ma anche quelle degli scrittori di cui sopra, registrando in una chiacchierata dopo l’altra le diverse sfumature della fantasia letteraria nostrana.

Conversando fra le stelle, il libro di Filippo Radogna

Certo, per dar corpo al progetto, oltre alle buone idee, serviva anche trovarli tutti, questi benedetti autori, ed ecco il secondo trucco messo in campo: stanarli lì dove si radunano, tra le fila dell’associazione World SF Italia, e intervistarli uno per uno.

Nasce così una raccolta fatta di botta e risposta, ritratti arguti, una sorta di zibaldone eclettico e lontano dagli stereotipi, persino più ampio del previsto. Sono finiti i tempi in cui chi scriveva di fantascienza era rinchiuso idealmente in un bunker fuori portata, e lo stesso vale per i cultori del fantasy.

Nella rassegna in questione troverete dunque un mondo in fermento, inaspettatamente pop, un mix fatto di nuove leve che scalpitano e maestri con ancora parecchio da dire. Quanto basta, insomma, per non pentirsi d’aver tentato l’impresa di volerlo esplorare, raccontando – per una volta – proprio coloro che della narrazione hanno fatto un mestiere.