Quando il pensiero diventa azione. Giunge con sconcertante puntualità il nuovo libro di Marcello Veneziani, Dispera bene. Manuale di consolazione e resistenza al declino (Marsilio, 2020, 160 pagine, 17 euro). Scritto prima che arrivasse il virus maledetto, è una pratica di vita destinata in special modo ai giovani e agli anziani, ma anche a chiunque abbia perso la speranza in tutto (religione, politica, scienza) e in se stesso. Non è un testo terapeutico, anzi: Dispera bene è una visione del mondo, un manuale di consolazione e resistenza al declino (e al contagio e ai suoi effetti collaterali, visti i tempi), che vede nella disperazione non un punto di arrivo ma il punto zero a partire dal quale mettere in moto la riscossa. Rendiamo fruttuosa questa disperazione, allora. Disperiamo bene.
Del resto, se non ci sono speranze non c’è nemmeno qualcosa per cui disperarsi e allora sfidiamo la vita accettandone gli esiti: il nostro nemico non è la paura, ma la paura di aver paura. Scrive Veneziani: “Non spaventano i draghi fiammeggianti e le serpi, ma l’assenza di monaci e cavalieri disposti a fronteggiarli”. Pertanto, accogliamo il fato senza essere fatalisti, affrontiamo le prove della vita e accettiamone i risultati, sapendo di non esser rimasti imbelli: “Ci siamo barricati dentro la nostra sopravvivenza ad ogni costo, pronti a svendere ogni altra cosa che non serva a salvare la nostra pelle”. Abbiamo speso 200 euro per 2 mascherine che arriveranno a fine mese se arriveranno, ma ci siamo scordati del mondo e del tempo: il mito, l’arte, il cinema, la letteratura, i viaggi, i ricordi, i giochi, la preghiera. Abbiamo a disposizione “una serie di gioiose macchine del tempo per andare ad abitare altri mondi” a bordo delle quali uscire dalla prigionia domestica del momento.